mercoledì 1 febbraio 2012


UNO STUPORE DA 5 SHEKEL

Gerusalemme si mostra al mondo sempre più splendente con le sue costruzioni di pietre bianche,
i lunghi e moderni viali che conducono al nucleo cittadino della Old City, dove ha avuto inizio la grande avventura cristiana e che ancora oggi, a distanza di 2000 anni,vanta i luoghi che hanno visto sorgere e diffondersi il cristianesimo.Una nuova strada, in particolare, chiamata Mamilla porta ad una scalinata che collega la Gerusalemme Nuova alla Porta di Giaffa, un viale elegantissimo, con boutique e negozi con articoli di marca. Lungo la strada fra un negozio e l’altro
spiccano moderne sculture tutte ispirate a personaggi ed eventi dell’Antico Testamento. Non a caso si accede a Mamilla attraverso una porta davanti a cui si leva imponente la statua in bronzo di un uomo in catene ed a fianco un tentativo di riproduzione dell’Arca dell’Alleanza, finemente lavorata in materiale simile all’oro.Insomma si tratta di un spazio molto curato che, anche se riservato a Israeliani con alto reddito,vuole essere un luogo di memoria, un monito ai passanti: anche se si è economicamente benestanti e senza problemi è necessario non dimenticare che la libertà è dono di Dio e la terra, dove oggi germoglia una florida economia, è anche questa un dono di Dio.Ricordare è importante, soprattutto dopo tanta sofferenza legata alla shoah.Anche noi turisti non disdegniamo una puntata a Mamilla, perché è una bella e larga strada solo pedonale e, soprattutto, perché è un comodo e veloce accesso per raggiungere il nostro albergo a Gerusalemme.Quando imbocco Mamilla sono ancora piena delle emozioni della Old City, la Chiesa del Golgota e del Santo Sepolcro, il Muro del Pianto, tutto evoca nel mio intimo la Parola di Dio che mi risuona nella mente e nel cuore con la speranza di non dimenticare i particolari vissuti affinché entrino definitivamente nel patrimonio delle esperienze importanti dove le sensazioni, i paesaggi, le persone, gli sguardi, i profumi, i sospiri, gli stupori, vengono trasformati in memoria.
Ed ecco che lungo il viale Mamilla, mentre cammino con i miei compagni di viaggio che condividono con me questa toccante esperienza nella Terra di Israele, due ragazzini di 8-9 anni mi si affiancano con aria timida ed uno di loro mi offre delle gomme da masticare all’arancia al prezzo di 5 shekel (un euro circa). Mi fermo e lo guardo con l’aria un po’ infastidita perché non mi piacciono le gomme all’arancia e, tra l’altro, mi fanno venire le afte in bocca. Ma lo sguardo d’attesa speranzosa di quel bambino mi fa cambiare idea, dico OK con un bel sorriso da turista compiacente e compro le sue gomme per 5 shekel e mi incammino nuovamente.Ma l’affare non è concluso. Il bambino, forse arabo da cui ho comprato le gomme, mi viene ancora dietro, lo fisso interrogativamente, lui mi guarda e indicandomi il suo amichetto, socio nell’impresa di chewing gum, mi invita ad acquistare anche da lui analogo prodotto: gomme, anche se stavolta sono al gusto di limone.Questo atteggiamento mi fa riflettere, mi richiama il senso di solidarietà e di condivisione che ogni persona è chiamata ad esercitare nei confronti di chi è meno fortunato. La richiesta è una grande lezione. È vero come dice la Scrittura “Con la bocca dei bambini e dei lattanti ti sei procurata una lode…” (Sl 8,3; Mt 21,16).Mi sento edificata dall’atto di solidarietà di questo bambino e pesco dalla tasca dei miei bermuda altri 5 shekel e li consegno al suo compagno. Evidentemente non si aspettavano una facile resa da parte mia e, davanti a quella moneta generosamente data in cambio delle gomme al limone, un suono di stupore esce dalle labbra del bambino, uno “eh” pieno di meraviglia che è difficile da descrivere e scrivere con parole umane.Un suono che mi è rimasto nelle orecchie e che non riesco a dimenticare e ne sono contenta perchè mi richiama alla mente la generosità semplice di un bambino che non vuole godere da solo dell’onesto profitto, la sua voglia di condividere un successo, il suo spontaneo e cristallino stupore per qualcosa di inaspettato.E’ stato un modo per richiamare la mia attenzione ai doni che ci giungono inaspettati e a cui talvolta non sappiamo dare il giusto valore. E’ stato un invito a recuperare la capacità di stupirci davanti a qualcosa che è andata bene, è un invito a riprendere il tipico atteggiamento dei bambini sempre capaci di sorprendersi nello scoprire in ogni fatto e in ogni persona le meraviglie di Dio.Uno stupore da 5 shekel è stato il più bel ringraziamento che potessi ricevere e, soprattutto, una delle più belle lezioni di amore e solidarietà che io abbia mai ricevuto. Grazie ragazzini di cui non conosco il nome, avete insegnato, con un solo gemito, ad un adulto che è proprio necessario diventare bambini per entrare nel Regno dei cieli e sperimentarne fin da ora la gioia e la pace.Franca Soldato Roma. viaggio giugno 2011

Nessun commento: