La nostra Memoria contro il male subdolo del razzismo
Riflettiamo sulla Shoah ma anche sulle sparate leghiste contro il Sud e sulla predicazione dell’odio e dell’ingiuria
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Quando un leghista canta “Senti che puzza / scappano anche i cani, / sono arrivati / i napoletani”, fa una graduatoria. E la graduatoria - i vertici della Lega, senatori e deputati, l'han cantata in tv - è semplice: prima i cani, poi i napoletani. I napoletani fanno schifo ai cani. Quindi, a maggior ragione, fanno schifo a noi. È razzismo. I napoletani fanno schifo come razza, come sono per natura, non per storia. Un senatore che canta così dovrebb'essere espulso dal senato. Ma non succede. Dunque si può inneggiare al razzismo in tv, senza che scatti una punizione. Siamo nella Giornata della memoria, il 27 gennaio è il giorno in cui quattro soldati a cavallo dell'Armata Rossa entrarono nel Lager di Auschwitz, e l'umanità ha scelto questo giorno perché vi si ricordi lo Sterminio, figlio del razzismo. Noi italiani abbiamo inventato il fascismo, che fu il maestro del nazismo. Dovremmo stare attenti al razzismo non nel suo stadio finale, lo Sterminio, perché quando si è in quello stadio è troppo tardi, ma nel suo stadio iniziale, la predicazione dell'odio, del disprezzo e della calunnia. Noi italiani in questo stadio dell'odio-disprezzo-calunnia ci siamo. La Giornata della Memoria dovrebbe ricordarcelo. Perché non deve ricordare soltanto l'eliminazione degli ebrei, ma anche la loro ghettizzazione e la loro conversione coatta: le tappe che hanno portato all'eliminazione. Non si può più credere che tutto sia cominciato con Hitler. Questo lo credevano alcuni ebrei illustri, anche Primo Levi. È una visione "corta", miope, della storia. Da vent'anni alcuni storici ricordano come il rapporto con gli ebrei abbia conosciuto diverse tappe, a partire da quella in cui si diceva agli ebrei (l'ho già ricordato qui): "Potete vivere in mezzo a noi, a patto che diventiate come noi", cioè vi convertiate. Era l'epoca delle conversioni coatte. Seguì l'epoca della separazione: "Non siete diventati come noi, andate a vivere da un'altra parte", cioè nei ghetti. Hitler è venuto secoli dopo per concludere: "Né fra noi né lontano da noi, non potete vivere da nessuna parte, dovete morire". Quest'ultima tappa non sarebbe stata possibile se non ci fossero state le tappe precedenti. Per evitare l'ultima, bisognava evitare le prime. L'errore che causa tutto è quando si tollera. Io non so come finirà la storia del console italiano a Osaka, filmato mentre in un concerto rock fa il saluto fascista e canta inni fascisti. È stato richiamato in patria, adesso è a Roma. Si difende dicendo che quando cantava quegli inni fascisti era fuori servizio. Inammissibile. Non si tratta di vedere se uno "fa" il fascista, ma se "è" fascista. È stato commesso un errore a monte: un fascista non doveva avanzare nella carriera diplomatica, non può rappresentarci nel mondo. Il presidente del governo iraniano ripete che l'"entità ebraica", Israele, va distrutta. Sta lavorando alla bomba atomica per questo. L'umanità ha un problema: come impedire la costruzione di quell'atomica. È difficile fermare quel presidente. Bisognava evitare che diventasse presidente. Ma lo è diventato perché quel che sostiene è in linea con l'opinione pubblica ufficiale del suo paese: dove si dichiara che lo Sterminio non c'è mai stato, è un trucco degli ebrei. E' quel che sostiene il presidente turco nei riguardi degli armeni. Questa è ignoranza. L'eterna madre di ogni razzismo. La Giornata della Memoria serve a combattere il razzismo combattendo l'ignoranza. È l'unica strada, non ce ne sono altre. Il giornale tedesco "Der Spiegel" vorrebbe cacciarci dall'Europa: "Si può fidarsi di un popolo di Schettini? Schettino è il perfetto italiano, potete immaginare che fosse un tedesco? Merita di stare in Europa un popolo che ha fatto Napoli?". È un razzismo idiota. E sarebbe idiota rispondergli: si può fidarsi di un popolo che ha ucciso e bruciato 6 milioni di ebrei? Merita di stare in Europa un popolo che ha fatto Auschwitz? Ieri usciva un sondaggio in Germania: sotto i 35 anni, un tedesco su 4 non sa cos'è Auschwitz. Oggi è la Giornata della Memoria. Funziona se entro sera quel 25 % di giovani tedeschi finalmente sa. Soltanto dopo potranno dirsi europei.
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