L’Assemblea del Popolo, la Camera bassa egiziana, ha approvato stamattina all'unanimità una mozione in cui si chiede l'espulsione dall'Egitto dell'ambasciatore israeliano, Yaakov Amital, ed il ritiro di quello egiziano da Tel Aviv. Il provvedimento è un atto formale di protesta contro i recenti raid aerei di Israele nella Striscia di Gaza, considerati una «violazione flagrante dei diritti umani». ISRAELE «NEMICO» - Il documento approvato è stato redatto dalla commissione affari arabi del Parlamento, e contiene anche la richiesta di bloccare l'esportazione di gas egiziano verso Israele. Il presidente dell'Assemblea, Saad el Katatny, ha chiesto inoltre a uno specifico comitato di seguire per il governo l'iter di applicazione delle richieste contenute nel documento. «Dopo la rivoluzione - è scritto nel testo - l'Egitto non sarà mai più amico dell'entità sionista, primo nemico dell'Egitto e della nazione araba». Si chiede quindi la revisione «di tutti i rapporti e gli accordi» con quel «nemico».BOICOTTAGGIO - Il Parlamento ha chiesto perfino che sia riattivato il boicottaggio di tutti i Paesi arabi contro Israele e le società internazionali che trattano con il paese, considerando questo strumento un sostegno deciso alla «scelta di resistenza», «opzione strategica per la liberazione dei territori occupati».MEDIATORE O NEMICO? - Parole infuocate e in controtendenza rispetto all’atteggiamento mostrato negli ultimi giorni dall’Egitto, che si è proposto come mediatore fra Israele e i gruppi armati della Jihad islamica e dei Comitati di resistenza popolare di Gaza. I Servizi di intelligence egiziani erano riusciti ieri ad ottenere dalle due parti coinvolte una parziale tregua, entrata in vigore intorno all’una della notte scorsa. L’escalation di violenza ha insanguinato per quattro giorni la Striscia di Gaza e il Sud di Israele, causando almeno 25 morti fra i palestinesi e oltre 200 razzi su località israeliane come Ashkelon, Sderot, Beeri e Netivot.CALMA APPARENTE A GAZA - «Alla calma risponderemo con la calma, al fuoco con il fuoco», ha commentato il capo di Stato maggiore israeliano Benny Gantz, facendo diretto riferimento al termine «tah'de» (calma) usato dai militanti palestinesi per definire la fine degli scontri senza una vera e propria tregua negoziata. Ganz, citato sul Jerusalem Post, ha comunque aggiunto che le forze armate stanno attentamente monitorando la situazione, prima di stabilire se vi sono i presupposti per un vero e proprio cessate il fuoco. Intanto le scuole del sud di Israele, che ospitano circa 200 mila studenti, rimarranno chiuse per il terzo giorno consecutivo, come misura precauzionale.L’ACCORDO - Un alto funzionario della sicurezza egiziana al Cairo ha riferito alla Reuters che entrambe le parti si sono «accordate sulla fine delle attuali operazioni», che Israele ha acconsentito a «fermare gli omicidi» e che l'accordo «darà il via a calma diffusa e reciproca». L'accordo sulla tregua è arrivato in seguito agli appelli fatti a entrambe le parti dalle potenze mondiali quali Stati Uniti, Nazioni unite, Francia, Unione europea e Lega araba.CRISI DIPLOMATICA - A complicare ulteriormente i rapporti diplomatici già tesi fra Egitto e Israele si aggiunge anche la sentenza di un tribunale egiziano che ha condannato all’ergastolo due cittadini israeliani (e un ucraino) accusati di traffico di armi attraverso il valico di Taba, al confine fra Egitto e Israele.http://www.corriere.it
mercoledì 14 marzo 2012
L’Assemblea del Popolo, la Camera bassa egiziana, ha approvato stamattina all'unanimità una mozione in cui si chiede l'espulsione dall'Egitto dell'ambasciatore israeliano, Yaakov Amital, ed il ritiro di quello egiziano da Tel Aviv. Il provvedimento è un atto formale di protesta contro i recenti raid aerei di Israele nella Striscia di Gaza, considerati una «violazione flagrante dei diritti umani». ISRAELE «NEMICO» - Il documento approvato è stato redatto dalla commissione affari arabi del Parlamento, e contiene anche la richiesta di bloccare l'esportazione di gas egiziano verso Israele. Il presidente dell'Assemblea, Saad el Katatny, ha chiesto inoltre a uno specifico comitato di seguire per il governo l'iter di applicazione delle richieste contenute nel documento. «Dopo la rivoluzione - è scritto nel testo - l'Egitto non sarà mai più amico dell'entità sionista, primo nemico dell'Egitto e della nazione araba». Si chiede quindi la revisione «di tutti i rapporti e gli accordi» con quel «nemico».BOICOTTAGGIO - Il Parlamento ha chiesto perfino che sia riattivato il boicottaggio di tutti i Paesi arabi contro Israele e le società internazionali che trattano con il paese, considerando questo strumento un sostegno deciso alla «scelta di resistenza», «opzione strategica per la liberazione dei territori occupati».MEDIATORE O NEMICO? - Parole infuocate e in controtendenza rispetto all’atteggiamento mostrato negli ultimi giorni dall’Egitto, che si è proposto come mediatore fra Israele e i gruppi armati della Jihad islamica e dei Comitati di resistenza popolare di Gaza. I Servizi di intelligence egiziani erano riusciti ieri ad ottenere dalle due parti coinvolte una parziale tregua, entrata in vigore intorno all’una della notte scorsa. L’escalation di violenza ha insanguinato per quattro giorni la Striscia di Gaza e il Sud di Israele, causando almeno 25 morti fra i palestinesi e oltre 200 razzi su località israeliane come Ashkelon, Sderot, Beeri e Netivot.CALMA APPARENTE A GAZA - «Alla calma risponderemo con la calma, al fuoco con il fuoco», ha commentato il capo di Stato maggiore israeliano Benny Gantz, facendo diretto riferimento al termine «tah'de» (calma) usato dai militanti palestinesi per definire la fine degli scontri senza una vera e propria tregua negoziata. Ganz, citato sul Jerusalem Post, ha comunque aggiunto che le forze armate stanno attentamente monitorando la situazione, prima di stabilire se vi sono i presupposti per un vero e proprio cessate il fuoco. Intanto le scuole del sud di Israele, che ospitano circa 200 mila studenti, rimarranno chiuse per il terzo giorno consecutivo, come misura precauzionale.L’ACCORDO - Un alto funzionario della sicurezza egiziana al Cairo ha riferito alla Reuters che entrambe le parti si sono «accordate sulla fine delle attuali operazioni», che Israele ha acconsentito a «fermare gli omicidi» e che l'accordo «darà il via a calma diffusa e reciproca». L'accordo sulla tregua è arrivato in seguito agli appelli fatti a entrambe le parti dalle potenze mondiali quali Stati Uniti, Nazioni unite, Francia, Unione europea e Lega araba.CRISI DIPLOMATICA - A complicare ulteriormente i rapporti diplomatici già tesi fra Egitto e Israele si aggiunge anche la sentenza di un tribunale egiziano che ha condannato all’ergastolo due cittadini israeliani (e un ucraino) accusati di traffico di armi attraverso il valico di Taba, al confine fra Egitto e Israele.http://www.corriere.it
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