sabato 24 marzo 2012


Il treno del giovedì pomeriggio da Genova a Roma è generalmente vuoto e sono abituata a viaggiare in maniera relativamente comoda. Oggi invece, proprio nel giorno del terribile trionfo di Mohammed Merah, morto così come voleva, “con le armi in pugno”, oggi tutti gli scompartimenti sono occupati da un gruppo indistinto e numerosissimo di giovani nordafricani: che parlano solo in arabo e a voce altissima, fumano, cambiano di posto in continuazione, rispondono strafottenti al controllore, rivolgono complimenti pesanti alle poche donne presenti sul treno. Come è difficile a volte non detestare gruppi interi dei nostri simili, ricordarsi dell’ingiunzione di amare lo straniero, tentare di applicare il principio kantiano di “pensare al posto di chiunque altro”! Possono bastare cinque ore di treno a farlo sembrare uno sforzo sovrumano.Laura Quercioli Mincer, slavista, http://www.moked.it/

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