martedì 27 marzo 2012


La Svizzera mira a Israele

Un'industria militare tra le più avanzate del mondo con uno dei più sviluppati centri di ricerca internazionali, un settore aeronautico e robotico avanzatissimo, una dei principali centri di lavorazione dei diamanti, eccellenti industrie chimico-farmaceutiche e, ciliegina sulla torta, il Paese con un'industria tecnologica da far invidia a tutto l'Occidente, tanto da essere appellato come la Silicon Valley del Medio Oriente. Tutto questo è Israele, una nazione dalle potenzialità talmente elevate da fare gola agli Stati più industrializzati del pianeta. E di queste numerose risorse la Svizzera se ne è accorta, tanto che le più importanti banche rossocrociate hanno deciso di puntare su Tel Aviv nel loro programma di diversificazione.Dopo le spedizioni in Asia Minore, soprattutto Hong Kong e Singapore, istituti del calibro di Ubs, Credit e Julius Baer, hanno pensato di aprire sedi e filiali nella capitale israeliana, nonostante in questa zona il futuro della piazza finanziaria sia ancora tutto da scrivere.Allora perché le banche di matrice elvetica hanno pensato di buttarsi proprio su Israele? Ovvio, per l'analogia tra il segreto bancario svizzero e quello israeliano. Come ben illustra "Il Sole 24 Ore", Tel Aviv non sarebbe allettante solo per l'intraprendenza e la celerità degli imprenditori autoctoni, ma anche per le altissime tecnologie installate per l'acquisizione e la protezione dei dati sensibili che rendono il segreto bancario praticamente inscalfibile.Un Paese che ha fatto di necessità virtù, dati i persistenti stati d'allerta che rendono i problemi di sicurezza maggiori di quanto noi occidentali potremmo immaginare. Una Human Intelligence che non solo permette la totale tutela dei dati bancari dei clienti, ma anche la salvaguardia di transazioni legati a conti di titolari ormai deceduti da anni.Nonostante la (per ora) la sfera finanziaria israeliana sia soltanto una nicchia poco sviluppata, le regole sono ferree, soprattutto quelle sulla prevenzione del riciclaggio di denaro. Dal 200 a questa parte tutti gli istituti sono obbligati a ottemperare precisi obblighi di identificazione dei beneficiari economici, nonché di segnalare eventuali operazioni sospette.Proprio come in Svizzera, dove attualmente molti imprenditori stranieri, in gran parte italiani, stanno trasferendo le loro attività, anche in Israele le condizioni fiscali per i non residenti sono ottime, persino quelle bancarie. Un nuovo mercato, quello israeliano, su cui potrebbe fare perno tutto il bacino del Mediterraneo.ticinofinanza.ch, 26 marzo 2012

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