venerdì 23 marzo 2012


L'Europa che flirta con le idee del killer

Il Giornale, 22 marzo 2012, F. Nirenstein

Non solo lady Ashton. Molti, anche in Italia, ragionano come il terrorista: paragonano i morti di Tolosa e di Gaza.

L’assassino di Al Qaida che ha ammazzato tre bambini ebrei e il loro papà a Tolosa, l’ha subito spiegata con una logica ineccepi­bile: i bambini ebrei morti sono il prezzo che gli ebrei devono paga­re per i bambini uccisi a Gaza. A una persona normale questa logi­ca risulta demenziale non solo perché considerare che lo scam­b­io di bambini scannati sia incon­cepibile, ma anche perché non c’è un briciolo di verità in ciò che il cri­minale ha detto: l’esercito israelia­no non ha mai colpito intenzional­mente un solo bambino, anzi ha sospeso infinite operazioni quan­do­si è delineata una vittima incol­pevole. Ciò non ha evitato che a Gaza i bambini siano usati come scudi umani insieme al resto della popolazione civile, o che vengano uccisi per sbaglio in qualche azio­ne per cui poi Israele si scusa e per cui, sovente, processa. Ma l’Euro­pa non è normale. È impazzita, stordita infra! gilita.Perché purtroppo il terrorista ha forse ragione, almeno talvolta, e ha comunque dei punti a suo so­stegno. Infatti gli ha dato ragione la baronessa Ashton,che ha rivela­t­o con un’uscita che poi si è riman­giata goffamente, la sua vera ani­ma, e quel che è più pericoloso la vera anime dell’Europa che l’ha eletta suo ministro degli Esteri: la Ashton infatti nel rimpiangere i bambini ebrei uccisi li ha compa­rati ai bambini uccisi a Gaza, che lei già precedentemente aveva de­finito un’immensa prigione. Un’osservazione stolta, che deli­nea un’incontenibile antipatia per Israele. E questo non è permes­so quando si parla di bambini ebrei uccisi da un terrorista, e in generale quando l’Europa parla di terrorismo, il mortale nemico che nel 2011 ha ucciso 549 perso­ne. La posizione della Ashton su Israele è pericolosa per tutti, poi­ché è di fatto amichevole verso il terrorismo, come dimostra il ! ben­venuto che ha ricevuto da Hamas.L’odio contro gli ebrei, e di con­seguenza contro Israele, conduce a una quantità di aberrazioni che riempiono l’Europa di pericolosissime Ashton che scambiano un Paese democratico per un’organizzazione terroristica e una stra­ge cercata con il diritto all’autodifesa. Conducono anche a conti­nue condanne, comitati d’indagi­ni, sciocchezze istituzionalizzate dall’Ue e dall’Onu, come quando poche settimane fa la Ashton ha protestato per una detenzione di un palestinese, mentre una situa­zione analoga in Arabia Saudita non le faceva alzare un sopracci­glio.I sostenitori europei della Ashton, ovvero quelli che dicono bugie su Israele sono masse di ul­tra destra, islamiste o di sinistra estrema. La colpevolizzazione di Israele a scapito di ogni verità è parte della più evidente decaden­za europea. Nel 2009 il parlamentare laburista britannico Gerald Kaufmann sosteneva che gli ebrei usano il senso di colpa dei gentili «come giustificazione delle loro stragi di palestinesi». Apartheid, ferocia, violazione del diritto inter­nazionale. L’Europa la pensa così contro ogni discussione sensata, e pensa che i bambini uccisi dal terrorista di Tolosa siano compa­rabili a quelli palestinesi periti nel­lo scontro armato che da anni in­sanguina l’area. Lo sfondo ideolo­gico è quello dell’antisemitismo classico, per cui un intellettuale leader norvegese, il famoso auto­re del «Mondo di Sofia», Jostein Gaarder, tradotto in 53 lingue, ha comparato gli israeliani ai ta! libani e al Sud Africa dell’apartheid. Anche lui come la Ashton, critica­va dei gruppi terroristi, e poi subi­to dopo attaccava Israele dicendo che «vuole una soluzione finale (sic) per i palestinesi». Questa è la civile Europa, e ne avremmo per molte pagine ancora, anche per­ché l’Onu ne accompagna il cam­mino verso la perdita di se stessa, di ogni ragionevolezza, e quindi di sostanziale simpatia verso il peggiore dei mali contempora­nei, il terrorismo. Il membro della House of Lords Jenny Tonge, nel 2004 (in piena Intifada) lo disse chiaro: «Se io vivessi in questa si­tuazione, potrei considerare di di­ventare io stessa un terrorista sui­cida ». Nel 2003 l’artista greco Alexandros Psycolghoulis mise in mostra il ritratto di una donna pa­le­stinese che si era fatta esplodere in un mercato israeliano. E la par­lamentare belga Veronique De Keyser parlando dell’ingiustificabile controllo in termi­ni di terrori­smo! dei check point da parte israe­liana disse «Se l’ambasciatore isra­eliano mi parla ancora della sicu­rezza israeliana, sento che lo vor­rò strangolare». Questa è l’Europa della Ashton, pericolosa per tutti.

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