martedì 13 marzo 2012


Qui Vienna - Un presidente per guardare avanti

Maccabi Games 2011: il riscatto, l'orgoglio, la commozione. Chi scrive ha ancora negli occhi le immagini della bandiera israeliana stesa lungo le facciate del Rathaus un tempo luogo di aberranti decisioni antisemite, la sfilata di migliaia di atleti da tutta Europa nel cuore della città, l'entusiasmo sfrenato che aveva caratterizzato una settimana nel segno dell'agonismo ma anche e soprattutto dell'incontro. La tredicesima edizione dei Giochi, un vero e proprio 'bar mitzvah' celebrato – prima volta nella storia di questa competizione circondata da crescente interesse e partecipazione – in un paese di lingua tedesca.Oggi uno dei protagonisti di quei giorni si prende carico del compitò più delicato: imprenditore di successo classe 1964, Oskar Deutsch è stato appena chiamato a guidare la gloriosa comunità degli ebrei d'Austria. Una realtà centrale per l'identità ebraica europea (su tutti basti pensare all'ideale sionista partorito dalla visione di Theodor Herzl) che pur nella relativa ristrettezza dei numeri vive in questi anni uno straordinario periodo di crescita e progettualità. La sua nomina segna una svolta storica: Deutsch è infatti il primo presidente nato in Austria e dopo la conclusione del secondo conflitto mondiale. All'attivo ha oltre 20 anni di impegno ai vertici della comunità e quasi tre lustri come vice del suo predecessore, l'israeliano Ariel Muzicant. “Già il fatto di essere qui, con un'identità ebraica che nelle nostre comunità si fa sempre più profonda e radicata, vuol dire che che Hitler ha perso e che noi abbiamo vinto” spiega Deutsch illustrando al Jerusalem Post le potenzialità della comunità austriaca. Quattordici sinagoghe attive nella sola Vienna, un'offerta importante di ristoranti e supermercati kosher, la funzionalità assodata anche in occasione dei Giochi del centro sportivo Hakoah. Un'attenzione particolare, prosegue il neo presidente, sarà rivolta verso la vicina Ungheria. La recrudescenza verbale, le minacce dei partiti dell'estrema destra hanno infatti già spinto molti ebrei magiari a fare le valigie e a trasferirsi nella tollerante Vienna. La stessa comunità ebraica è oggi un mix ancora in fase di amalgama di varie anime dell'Est Europa. “Il nostro obiettivo – dice Deutsch – deve essere quello di accogliere queste persone favorendone il più possibile l'autosufficienza. Dar loro una prospettiva è infatti una sfida su cui è fondamentale lavorare con progetti e iniziative mirate".a.s. - twitter @asmulevichmoked
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