Davood
Karimi, presidente Associazione Rifugiati Politici Iraniani residenti
in Italia
Oggetto:
Bollettino Ashraf-Liberty n°11/4
Carissimi Amici
e Amiche,vi inviamo anche
questa settimana gli aggiornamenti sugli ultimi sviluppi della situazione
in Iran ed in particolare su quella, come noterete sempre più
drammatica, di Campo Ashraf e Camp Liberty.Potrete infatti
rendervi conto quanto gravi siano le violazioni dei
Diritti Umani in entrambi questi contesti.Noi però
continuiamo a fare tutto il possibile,anche grazie al vostro aiuto e
sostegno, per fare in modo che si arrivi presto ad un futuro di
libertà e democrazia anche in Iran.Grazie sempre
per la vostra gentile attenzione.Cordiali Saluti, ASSOCIAZIONE
LIBERTA' E DEMOCRAZIA PER L'IRAN
Sfratto e trasferimento
coatto dei residenti di Ashraf con coercizione e minacce di
trasferire altri residenti a Camp Liberty
senza il rispetto delle minime
necessità umanitarie e torturando i residenti disabili e quelli
feriti Sig.ra Rajavi si rivolge al Presidente Obama e al
Segretario Generale Ban-Ki Moon affinché impediscano una tragedia
umanitaria per i residenti di Ashraf, in particolare per le 1000
donne residenti, e impediscano all’Iraq di trasferire forzatamente
i residenti di Ashraf, “persone protette” secondo la Convenzione
di Ginevra, della cui protezione il Governo degli Stati Uniti si è
preso ufficialmente la responsabilità e che l’UNHCR ha
riconosciuto come “richiedenti asilo” e “beneficiari”Solo 48
ore dopo il trasferimento del quarto gruppo di residenti di Ashraf
sotto enormi pressioni ed intolleranti limitazioni e mentre i loro
pochi effetti personali sono pronti per essere trasferiti a Liberty
oggi, il Governo dell’Iraq (GoI) intende trasferire, con
intimidazione e coercizione, il quinto gruppo di residenti Giovedi 18
Aprile. Questa è una violazione del Memorandum di Intesa (MoU)
firmato dal GoI e dalle Nazioni Unite il 25 Dicembre 2011, e non
rappresenta in nessun modo un “trasferimento volontario”
contrariamente a quanto sottolineato dal Segretario Generale dell’ONU
a questo proposito, ad esempio nel suo rapporto al Consiglio di
Sicurezza il 29 Marzo 2011, e ai ripetuti appelli del Rappresentante
Speciale del Segretario Generale dell’ONU (SRSG) nel meeting del
Consiglio di Sicurezza del 10 Aprile 2012.Ai residenti è stata
lasciata l’opzione di essere uccisi o lasciare la loro casa e la
città che hanno costruito con le loro sole forze e risorse per un
quarto di secolo, per andare in una prigione chiamata Liberty priva
dei minimi standards umanitari; questo non è altro che uno sfratto
ed una evacuazione coatta in grave violazione dei termini delle Leggi
Umanitarie Internazionali, delle Leggi Internazionali sui Diritti
Umani, della Quarta Convenzione di Ginevra, del Patto Internazionale
sui Diritti Civili e Politici e di molti altri trattati
internazionali, ed è considerato un crimine contro
l’umanità.Nonostante il primo, il secondo e il terzo gruppo
non siano stati trasferiti in condizioni decenti e rispettando i loro
minimi diritti umani e umanitari, le minacce che hanno caratterizzato
il trasferimento del quarto gruppo sono state, per molti aspetti,
persino più inaccettabili.Con un atto disumano, le forze
irachene si sono rifiutate di consentire il trasferimento dei veicoli
e delle roulotte realizzate specificatamente per venire incontro alle
necessità dei residenti disabili e feriti, con attrezzature
sanitarie adatte a loro e con le quali hanno vissuto per anni. Le
ripetute richieste dei rappresentanti dei residenti alle forze
irachene, così come quelle dei funzionari delle Nazioni Unite e
degli Stati Uniti, non hanno portato a nulla e perciò 10 persone nel
quarto gruppo, gravemente disabili e ferite, non hanno avuto altra
scelta se non rimanere ad Ashraf.I loro nomi erano stati dati ai
funzionari dell’ONU e degli Stati Uniti già due anni fa ed erano
tra quelli inclusi nella lista delle persone che dovevano beneficiare
di un rapido trasferimento presso paesi terzi e, se non fossero stati
impediti dal GoI, molti di loro sarebbero già stati trasferiti. Come
per gli altri residenti, il GoI ha reso la determinazione del loro
status di rifugiati condizionata al loro trasferimento a Liberty e,
allo stesso tempo, non permette il trasferimento delle attrezzature
loro necessarie a Liberty. Questa è una forma di tortura fisica e
psicologica e va contro tutti i principi legali, internazionali,
morali e religiosi.Alle persone del quarto gruppo non è stato
consentito di trasferire la maggior parte dei loro beni. Non gli è
stato neanche consentito di portare 10 auto per trasporto passeggeri,
contrariamente ai precedenti accordi presi (la lettera del SRSG del
15 Febbraio). Dopo molte discussioni, è stato confermato dai
funzionari iracheni e da quelli dell’ONU che il quarto gruppo
poteva portare sei generatori a Liberty. Ma alla fine, in pratica,
gli è stato consentito di trasferire solo due generatori.
Il GoI
non rispetta nessuno degli impegni presi e viola continuamente
persino i termini del MoU che ha firmato con l’ONU senza informare
i residenti ed ottenere il loro consenso. Lo stesso MoU che manca
della maggior parte delle minime richieste dei residenti.Il GoI
sta impedendo il trasferimento dei beni e, contemporaneamente,
ostacola la loro vendita e non consente agli imprenditori che
vogliono acquistarli di entrare ad Ashraf; gli sforzi fatti
dall’UNAMI a questo riguardo sono rimasti senza esito.I
residenti di Ashraf sono sotto pressione per trasferirsi a Liberty,
nonostante il campo stia affrontando seri problemi riguardo
all’acqua, all’elettricità, agli scarichi fognari e ad altri
minimi standards umanitari. Non solo il GoI non sta risolvendo questi
problemi, ma si rifiuta anche di dare risposta alle ripetute
richieste dei residenti di risolverli a loro spese. Ai residenti non
è stato neanche permesso di costruire dei sentieri asfaltati o in
cemento per gli anziani e i malati in un campo che è circondato da
terreno fangoso dappertutto. Gli è stato anche negato il diritto di
irrorare il campo con gli insettiicidi, dato che con la stagione
calda stanno venendo fuori serpenti, insetti dannosi e cimici. Il GoI
sta ritardando da 40 giorni il permesso per l’entrata dei materiali
necessari usati per spargere l’insetticida. Allo stesso modo il GoI
non ha implementato le voci menzionate nella lettera del SRSG del 16
Marzo riguardo allo stazionamento della polizia e perciò ha
installato nuovi posti di polizia nel campo.Nell’esprimere la
sua ferma protesta per la pressione esercitata sui residenti di
Ashraf e Liberty, così come per la mancanza del rispetto degli
standards umanitari e dei diritti umani a Liberty, Mrs. Maryam
Rajavi, il Presidente-eletto della Resistenza Iraniana, si rivolge al
Presidente Obama e a Mr. Ban-Ki Moon, Segretario Generale delle
Nazioni Unite, affinché impediscano che una tragedia umanitaria
travolga i residenti, in particolare le 1000 donne residenti; che
impedisca al GoI di intraprendere misure repressive contro coloro i
quali sono in tutto e per tutto “persone protette” secondo la
Quarta Convenzione di Ginevra; della cui protezione il Governo degli
Stati Uniti si è preso la responsabilità dando loro l’attestazone
di “persone protette” e che l’UNHCR ha in diverse
dichiarazioni, come quelle del 1° Febbraio, del 1° Marzo e del 28
Marzo 2012, descritto come “richiedenti asilo” sotto la
protezione internazionale e “beneficiari”. Il Presidente Obama è
chiamato a impedire al GoI di trasferirli forzatamente fino a che non
vi sia accordo sugli standards umanitari minimi e questi non vengano
implementati dal GoI. Non c’è alcun dubbio che il Governo degli
Stati Uniti verrà ritenuto responsabile per qualunque danno inflitto
ai residenti di Ashraf e Liberty e la sua dissociazione da tutto
questo non sarà accettata di fronte a nessuna autorità politica o
giudiziaria.
Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza
Iraniana 18 Aprile 2012
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