Due teste (a volte) è meglio...
martedì 8 maggio 2012
Non avrebbe avuto dubbi il presidente Kennedy all’indomani del fallimento dello sbarco nella Baia dei Porci: non sempre due teste sono meglio di una, e le decisioni di gruppo possono talvolta portare a clamorosi fallimenti.Dalla Baia dei Porci alla guerra del Vietnam, non mancano nella storia gli esempi di disastrose scelte politiche e militari considerate da alcuni studiosi come perfette illustrazioni dei rischi del pensiero di gruppo nell’elaborazione di una decisione. Meglio dunque fare di testa propria o il gruppo può essere efficace nell’individuare la soluzione corretta di fronte a una scelta?Se lo è chiesto Asher Koriat, professore dell’Università di Haifa, in Israele, che in uno studio pubblicato lo scorso 20 aprile sulla rivista Science ha analizzato le condizioni in cui è più conveniente affidarsi a un giudizio collettivo e quelle in cui invece confidare su una sola testa conduce al risultato migliore. Un fattore cruciale, osserva il ricercatore israeliano, è la certezza che accompagna la decisione: in gruppi di due o tre persone messe di fronte alla stessa scelta, il giudizio espresso con più sicurezza risulta nella maggior parte dei casi quello corretto. Appoggiare in un gruppo la scelta presa con maggiore certezza risulterebbe quindi la strategia più efficace, rispetto ad affidarsi alle decisioni di un singolo individuo. Due teste sono quindi meglio di una? Non sempre. Non bisogna dimenticare i casi in cui l’opinione più comune, spesso associata a una maggiore sicurezza nelle risposte, non è quella corretta. Un esempio: siamo portati ad assumere che le nazioni più estese siano anche le più popolose, ma esistono ovviamente delle eccezioni. In questi casi, osserva Koriat, l’opinione espressa con minor certezza risulta paradossalmente la più accurata.http://www.unita.it/
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