La maratoneta con le gambe bioniche
Genova - I 42 chilometri della Maratona di Londra percorsi in 40 ore divise in 17 giorni. Per Claire Lomas, 32 anni, sono una vera vittoria. Seguita lungo tutto il percorso dai suoi fan, che non hanno mancato di applaudirla e incoraggiarla, Claire è riuscita a terminare la corsa nonostante sia completamente paralizzata dal petto in giù. Cinque anni fa l’allora promettente campionessa britannica di equitazione era caduta da cavallo rompendosi la spina dorsale. «Ho subito capito cosa mi era successo», racconta. «Solitamente mi rialzavo immediatamente dopo le cadute da cavallo, ma quella volta capii di essere rimasta paralizzata».Ma Claire, madre di una bimba di un anno e mezzo, da sempre atletica e di carattere forte non si è data per vinta neppure dopo la paralisi. Grazie a Re Walk, un paio di pantaloni robotici, ha ritrovato la mobilità. Claire è la prima persona in Inghilterra a indossare quella tuta, la usa da tre mesi e può già camminare da sola a casa, anche se per correre a Londra ha avuto bisogno di aiuto.Quando si piega in avanti, la tuta manda messaggi ai motori integrati: un motore superiore muove i fianchi, quello inferiore piega il ginocchio. «Quando ho iniziato ad usare Re Walk, ho trovato il dispositivo molto impegnativo perché richiede equilibrio,cosa molto difficile per chi ha perso sensibilità e movimento. Mi piacciono le sfide, so che esistono tante persone in situazioni molto peggiori della mia, alcune neppure in grado di respirare in modo indipendente. Una lesione spinale può capitare a chiunque, in qualsiasi momento, in una frazione di secondo. La ricerca spinale fa passi da gigante ed è per questo che ho deciso di fare la Maratona di Londra». Partecipando alla Maratona, Claire è riuscita a raccogliere più di 50 mila sterline, che verranno donate alla ricerca sulle lesioni spinali.Il dispositivo è nato in una piccola start up israeliana di Yokneam, una paesino del nord di Israele, dall’ingegno di Amit Goffer. Amit rimase paralizzato dal collo in giù dopo un grave incidente d’auto avvenuto nel 1997. Insofferente alla sedia a rotelle, ha pensato di inventare uno strumento che lo potesse far camminare nuovamente. Re Walk pesa 7 chili ed è costituito da un paio di gambe artificiali dotate di motore e sensori di movimento. Il paziente dovrà indossare delle bretelle, che reagiscono ai movimenti fatti con la parte superiore del corpo, uno zaino da spalla contenente un computer (per impartire i vari comandi) e una batteria ricaricabile senza la quale non sarebbe possibile far funzionare il sistema motorio.Aiutandosi con delle stampelle, che gli daranno equilibrio, anche una persona paralizzata potrà dunque compiere diversi movimenti. Uno dei primi beneficiari di questo dispositivo è stato il paracadutista israeliano Radi Kaiof, che ha avuto un incidente in battaglia nel lontano 1988: dopo 20 anni Kaiof è tornato a passeggiare. «Non avrei - racconta - mai sognato di poterlo fare ancora . Avevo dimenticato anche solo com’è stare in piedi e parlare con una persona guardandola negli occhi». Secondo Goffer, il dispositivo non solo dà la possibilità di muoversi, ma anche elimina molte complicazioni di cui soffre chi non può camminare: problemi digestivi, cardiovascolari, urinari e circolatori, nonché le piaghe da decubito. Al momento il dispositivo prevede l’impiego delle mani, ma la start up sta lavorando per modificare il Re Walk in modo che possa essere utilizzato anche da tetraplegici.In Israele la ricerca sulla spina dorsale è all’avanguardia. Nel 2003, un anno prima della sua morte per arresto cardiaco, l’attore Christopher Reeve, paralizzato dal 1995, era stato a Gerusalemme per incontrare diversi israeliani costretti come lui sulla sedia a rotelle. Una di questi, una giovane di 24 anni, aveva ripreso a camminare dopo anni di terapia intensiva.http://www.ilsecoloxix.it/
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