sabato 26 maggio 2012

Giustizia: Vietti in Israele, su autonomia pm meglio Italia

(ANSAmed) - GERUSALEMME, 24 MAG - Attenzione al modello giudiziario israeliano in materia di contenimento del flusso di impugnazioni e snellimento del lavoro della suprema corte, ma anche di una maggiore ''contaminazione fra magistratura e avvocatura''. Difesa del sistema italiano, invece, sul fronte delle garanzie d'indipendenza e autonomia dei magistrati e di rifiuto della separazione delle carriere fra giudici e pubblici ministeri. Sono queste le riflessioni suggerite oggi al vicepresidente del Csm, Michele Vietti, dai colloqui e dal giro di orizzonte avuti in questi giorni a Gerusalemme con interlocutori israeliani a conclusione d'una visita ufficiale nei Territori palestinesi e nello Stato ebraico.Inaugurata martedi' con la firma a Ramallah di un accordo di cooperazione per la formazione di giudici palestinesi e con una fitta agenda di incontri con la leadership dell'Anp (dal premier Salam Fayyad al presidente Abu Mazen), la missione della delegazione del Csm e' poi proseguita in Israele: dove ieri vi sono stati incontri con i vertici della Corte suprema e con il ministro della Giustizia, Yaakov Neeman, e oggi un omaggio alle vittime della Shoah nel museo-memoriale dello Yad Vashem.Dal dialogo con gli israeliani, Vietti dice d'aver tratto ''una buona ispirazione'' riguardo al sistema delle impugnazioni: che in Italia porta ogni anno sui banchi della Cassazione 80.000 ricorsi; e in Israele, viceversa, si esaurisce nei 4000 dossier discussi dalla Corte suprema locale (che ha per di piu' funzioni di Corte costituzionale). Un divario che Vietti afferma di ''invidiare'' un po' al modello israeliano e che imputa alla ''quantita' di contenzioso assolutamente anomalo'' prodotta dall'Italia rispetto alla gran parte degli altri Paesi a causa di quello che il vicepresidente dell'organo di autogoverno definisce ''un sistema a parallelepipedo'': nel quale quasi tutto cio' che entra in primo grado finisce poi in appello e in cassazione. ''Un lusso - ammonisce - che non ci possiamo piu' permettere'' e che va sostituito (anche attraverso forme di depenalizzazione) con ''un modello a imbuto, o se si preferisce a piramide'', in cui solo una piccola parte di procedimenti raggiunga i gradi ulteriori di giudizio.Dall'analisi comparata con l'ordinamento israeliano, Vietti sottolinea al contrario d'essere uscito ''confortato'' nell'apprezzamento del modello italiano per cio' che concerne le garanzie d'autonomia della magistratura e di rappresentanza unitaria di giudici e pubblici ministeri attraverso un organo - ''quasi un unicum al mondo'' - come il Csm. Premesso che il dibattito sulla separazione delle carriere ''appare ormai accantonato anche a livello politico'', Vietti sostiene in effetti di non vedere motivi per rivedere questa ''peculiarita' italiana''. Peculiarita' - rimarca - che ''tutela l'autonomia, l'indipendenza e l'imparzialita' del pubblico ministero, oltre che del giudice, in un sistema nel quale il pm e' titolare di un'azione penale obbligatoria''. E nel quale, per altro verso, ''all'indipendenza deve corrispondere la responsabilita' e l'impegno a evitare forme di protagonismo inopportune''.Il confronto con altri (incluso il modello di common law applicato in Israele) resta in ogni modo importante, conclude il vicepresidente del Csm, annunciando un programma di scambi di stage fra magistrati italiani e israeliani. E la possibilita' di mettere all'ordine del giorno anche l'ingresso dell'Italia nel circuito di formazione globale dell'International Organization of Judicial Training (IOJT): forum che raccoglie 64 paesi (Penisola per ora esclusa) e del quale il vicepresidente della Corte suprema israeliana ha la presidenza di turno.

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