lunedì 7 maggio 2012

Nel marzo 1848, trovandosi a Roma dove dirigeva la Legione polacca da lui creata, Adam Mickiewicz, il poeta che più di ogni altro ha dato forma all’ “anima polacca”, scriveva, in italiano e in polacco, il “Simbolo politico polacco”: Quindici norme che riassumevano il futuro assetto della Polonia democratica e indipendente. Al punto 10 aveva scritto: “All’Israele, nostro fratello maggiore, rispetto, fratellanza, aiuto nella via al suo bene eterno e terrestre; eguaglianza in tutto nei diritti politico-civili”. Mickiewicz certamente conosceva Paolo e la sua Lettera ai Romani: “Il maggiore sarà sottomesso al minore” (9,11), ovvero Israele sarà sottomesso ai cristiani. Ma pensava a Paolo redigendo il suo Simbolo, e il punto 10 aveva dunque un sottofondo caricaturale? E il papa polacco, quando citava Mickiewicz nella sinagoga di Roma in un giorno di aprile del 1986, aveva anche lui in mente la beffa di Paolo? Il tema, già dibattuto ai tempi, è stato recentemente ripreso su queste colonne da David Assael. Anche io preferisco pensare, sia in un caso che nell’altro, a un momento di generoso altruismo. Ma la questione resta, ovviamente, aperta.Laura Quercioli Mincer, slavista http://www.moked.it/

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