sabato 12 maggio 2012


Partner affidabili e buoni amici. Il Papa saluta la delegazione del Latin American Jewish Congress

“Partner affidabili” e “ buoni amici”, capaci di “affrontare insieme” le crisi e “superare i conflitti in modo positivo”. Sono delineati così da Benedetto XVI i rapporti tra cattolici ed Ebrei, in un discorso di saluto ai 30 membri della delegazione del Latin American Jewish Congress, che rappresenta le comunità ebraiche dell’America Latina. E che gli ebrei siano diventati “partner affidabili” e “buoni amici” lo si deve – dice il Papa – al “progresso ottenuto negli ultimi cinquanta anni di relazioni”. E’ il primo incontro di Benedetto XVI con i rappresentati di organizzazioni e comunità ebraiche latinoamericane. Un incontro “significativo”, rimarca il Papa, che sottolinea come in tutta l'America Latina ci sono “comunità ebraiche dinamiche, soprattutto in Argentina e Brasile, che vivono accanto a una grande maggioranza di cattolici. Dagli anni del Concilio Vaticano II le relazioni tra ebrei e cattolici si sono rafforzate, e ci sono diverse iniziative che permettono l’approfondimento dell’amicizia reciproca”.C’è un incontro che cade in un anniversario significativo: i 50 anni dell’apertura del Concilio Vaticano II, che – ricorda Benedetto XVI – saranno festeggiati ad ottobre. Da quel Concilio venne la dichiarazione Nostra Aetate sulle relazioni della Chiesa con le religioni non cristiane, la cui quarta parte è dedicata proprio al vincolo che lega cristianesimo ed ebraismo. Questa dichiarazione – dice il Papa – “continua ad essere la base e la guida dei nostri sforzi per promuovere maggiore comprensione, rispetto e cooperazione tra le nostre due comunità”. Perché – prosegue il Papa - la Nostra Aetate “non solo ha preso una posizione chiara contro tutte le forme di antisemitismo”, ma ha anche gettato le basi “per una nuova valutazione teologica del rapporto tra Chiesa ed ebraismo”, esprimendo fiducia nel contributo “del patrimonio spirituale condiviso da ebrei e cristiani” ad una comprensione e una crescente stima reciproca.Ecco allora – è il caso della relazione tra cattolici ed ebrei - che cresce “la fiducia, il rispetto, la buona volontà”. Ed ecco che si stringono i rapporti, che gruppi inizialmente diffidenti l’uno nei confronti dell’altro diventano passo dopo passo “partner affidabili” e “buoni amici” in grado di “affrontare insieme” le crisi e “superare i conflitti in modo positivo”. C’è ancora molto da fare, dice il Papa, ma già si deve essere grati di “percorrere insieme la via del dialogo, della riconciliazione e della cooperazione”.Perché il dialogo tra le religioni – sottolinea il Papa – è fondamentale oggi “in un mondo sempre più minacciato dalla perdita dei valori spirituali e morali, che sono quelli che possono garantire il rispetto della dignità umana e una pace duratura, il dialogo sincero e rispettoso tra religioni e culture”. E per questo, il Papa spera che l’incontro tra lui e il Latin American Jewish Congress sia “fonte di incoraggiamento e di rinnovata fiducia per affrontare la sfida di costruire legami sempre più forti di amicizia e collaborazione”.Legami ai quali Benedetto XVI ha sempre creduto. E da sempre, Joseph Ratzinger ha guardato alle radici ebraiche del cristianesimo. Nel 1994, Ratzinger partecipò ad un incontro interreligioso organizzato a Gerusalemme dal governo israeliano. E lì espose in maniera sistematica la sua teologia dei rapporti tra la Chiesa e Israele, basata sulla riscoperta della continuità tra la speranza di Abramo e la speranza cristiana, tra la Torah e il Vangelo. Questo è l’indirizzo del suo pontificato: il Papa, spesso, nei suoi viaggi internazionali, ha incontrato una comunità di religione ebraica; è stato in Israele nel 2009, e in visita alla Sinagoga di Roma nel 2010, e in entrambi i casi ha mostrato la continuità tra cattolicesimo ed ebraismo. Sarà anche di questo che parlerà il cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani e della Commissione della Santa Sede per i Rapporti con l’Ebraismo, in una lectio magistralis dedicata a “50 anni di dialogo ebraico cristiano”, che si terrà all’Angelicum il prossimo 16 maggio e sarà seguita da una conferenza stampa congiunta con il rabbino Jack Bemporad. http://www.korazym.org/

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