giovedì 31 maggio 2012

Voci a confronto

La notizia riportata da tutti i giornali di oggi è quella dell’espulsione degli ambasciatori siriani da quasi tutti i paesi occidentali; l’Occidente non può restare inerte di fronte ai tanti morti dell’ultimo anno (13-14000), ma dimentica di aver sempre fatto finta di nulla pur conoscendo le stragi compiute dalla feroce dittatura della famiglia Assad. Al contrario ha sempre concesso tutti gli onori possibili ad un regime che è membro influente in tutti gli organismi dell’ONU, e così oggi alcuni ambasciatori, pur se espulsi, resteranno nelle loro sedi perchè sono al contempo influenti diplomatici ad esempio presso la FAO (l’ambasciatore a Roma) e l’Unesco (il suo collega di Parigi). Sono in effetti rari i quotidiani che scrivono questa realtà, e quindi, tra tutti, invito il lettore a leggere l’articolo molto chiaro di Alberto Negri sul Sole 24 Ore; Negri spiega anche chiaramente come sarà praticamente impossibile smuovere Russia e Cina dalla loro posizioni filo Assad, volendo, in particolare, la prima difendere la propria base mediterranea di Tartous, e la seconda uno dei centri della sua organizzazione tentacolare di commerci. Un editoriale del Foglio spiega che Kofi Annan ha voluto guardare fisso negli occhi Assad ed intimargli di fare quanto gli aveva promesso di fare, ma l’editorialista, come tutti i commentatori di oggi, dimentica di osservare che il tanto esaltato Annan (per Repubblica un “mediatore autorevole”), nella sua lunga carriera diplomatica ai massimi livelli non ha mai risolto alcun conflitto. Da segnalare che Repubblica, a fianco dell’articolo sugli avvenimenti siriani, pubblica una fotografia relativa al conflitto iracheno e riportata dalla BBC come se fosse una prova delle attuali stragi; anche Repubblica si è decisa a riconoscere, almeno quando riguarda altre testate, che questa è una triste abitudine giornalistica spesso messa all’indice da coloro che studiano i problemi della disinformazione mediatica. L’Europa minaccia, Obama non si azzarda ad un intervento militare, la Russia e la Cina proteggono, e Teheran manda le sue truppe “ad evitare ulteriore spargimento di sangue”, mentre il Wall Srtreet Journal parla di “Srebrenika di Siria” (e su questo Annan dovrebbe meditare attentamente). Ai miei lettori vorrei far ancora osservare che Roberta Zunini chiude il suo articolo sul Fatto Quotidiano scrivendo che intanto “Israele osserva dietro le alture del Golan” (che cosa c’entra, vorrei chiederle), e Il Sole 24 Ore riporta le parole del dittatore che spiega che il successo della diplomazia dipende dalla fine del terrorismo sostenuto da…Israele (tra gli altri). In controtendenza l’articolo di Fausto Carioti che contiene un duro attacco contro il Presidente Napolitano accusato di essere stato sempre un grande amico del regime alawita, dal 2008 con la consegna di un prestigioso premio per i successi riportati nella lotta alla povertà, fino alla visita a Damasco del 2010 che comportò numerose dichiarazioni giudicate del tutto fuori luogo (compresa quella del promesso appoggio italiano alla restituzione del Golan). Prosegue la guerra sotterranea contro la costruzione della bomba atomica iraniana e da Teheran il Financial Times parla di un nuovo virus (Flame) molto più pericoloso dello Stuxnet che era già riuscito a bloccare (forse definitivamente) le centrifughe di ultima generazione. Come è ovvio bisognerà attendere del tempo prima che se ne sappia di più, ma qualcosa sta succedendo ancora una volta grazie ai massimi esperti informatici. Un interessante editoriale del Foglio riferisce della riunione di Doha dove si sono riuniti i massimi rappresentanti dei paesi arabi per interrogarsi sul dopo primavera araba; il tunisino Ghannouchi parla di islam moderato (al quale tanti europei credono ciecamente), mentre per quanto riguarda l’Egitto bisogna solo aspettare qualche giorno per sapere se il potere sarà nelle mani dei Fratelli Musulmani (che di nuovo troppi europei qualificano come moderati) o dell’ex primo ministro di Mubarak. Una breve del Sole 24 Ore fa sapere che il candidato Morsi cerca di conquistare il massimo possibile dei voti promettendo di tutto e di più ai copti ed alle donne egiziane; tutto il mondo è paese è il minimo che si possa dire. Problemi ci sono anche in Israele dove alcuni scalmanati sono scesi per le vie di Tel Aviv per protestare contro gli immigrati clandestini, soprattutto provenienti da Sudan ed Eritrea; Ettore Bianchi su Italia Oggi non perde l’occasione per scrivere contro Israele, nella cui capitale (sic), Tel Aviv appunto, si vive esattamente la stessa situazione di disagio che esiste in tanti stati; ma Bianchi non fa nessun accostamento, nè spiega che 60000 clandestini arrivati in pochi mesi in un paese piccolo come Israele non sono come se lo stesso numero fosse arrivato in Italia. Almeno oggi, su questo tema, non ha scritto De Giovannangeli che nei giorni scorsi, su l’Unità, a proposito delle necessarie, dolorose espulsioni di clandestini, ha vergognosamente usato il termine di “deportazione” sulle colonne de l’Unità. Il Futurista Quotidiano riprende un appello pubblicato su Le Monde e firmato da numerosi intellettuali europei: siamo tutti greci, ebrei e rom, scrivono di fronte al pericoloso crescere di tanti gruppi filo-fascisti e filo-nazisti. Ma molto vi sarebbe da ridire su questo appello che, se giustamente chiede anche di considerare uguali a tutti gli altri gli islamici che vivono oggi in Europa, dimentica di dire che costoro dovrebbero tutti accettare quelli che sono i valori in Europa universalmente conquistati; oggi, e non lo si deve dimenticare, vi sono, nella libera e democratica Europa, delle aree dove vige la sharia, e questo non potrà che portare terribili dolori per tutti in un futuro sempre più vicino. Liberal infine dedica un lungo articolo all’ultimo saggio di Ernst Nolte del quale Moked si sta ripetutamente interessando in questi giorni; qui mi preme chiedere se siamo davvero sicuri che esista un’area islamica che vive il rapporto con la modernità come una sfida da accogliere, che in essa si trovi anche una forte aspirazione alla modernità. Molto pericolosa è anche l’affermazione che dopo la dichiarazione Balfour, avendo gli ebrei guardato al mondo anglosassone, avrebbero alimentato i sentimenti antisemiti del nazionalsocialismo; insomma, è ovvio, tutto quanto avvenne in seguito è da attribuire agli ebrei. Nell’articolo vengono anche riportate le parole di Nolte secondo il quale “il concetto di aggressività di difesa (di Israele?) fu probabilmente valido anche per Hitler. E così il cerchio si chiude perfettamente, signor Nolte.Emanuel Segre Amar,http://moked.it/blog/

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