
Tuvia
Schlesinger, ufficiale della polizia di Berlino, in questi giorni è
indagato per aver indossato la kippà mentre era in servizio.Mentre è ancora accesa la polemica sula circoncisione, in Germania un
nuovo caso porta al centro dell’attenzione la questione della libertà
religiosa. Per la polizia di Berlino, il fatto che Schlesinger abbia
indossato la kippà mentre era in divisa e svolgeva un servizio pubblico,
è una palese violazione della legge del 2005 sulla “neutralità” che
vieta a poliziotti, giudici e insegnanti di mostrare simboli religiosi
mentre sono in servizio.Schlesinger è consapevole del proprio errore, e lo ha ammesso
pubblicamente ma ha sottolineato che la situazione in cui l’episodio è
avvenuto, era del tutto particolare.Si trovava infatti alla manifestazione organizzata nel centro di
Berlino lo scorso 2 settembre, in segno di solidarietà comunità ebraica
tedesca e in particolare al rabbino Daniel Alter – aggredito per la
strada per motivi religiosi.Schlesinger era stato mandato dai suoi suoperiori a sorvegliare la
manifestazione. Mentre si trovava lì, ha raccontato, “due giornalisti mi
si sono avvicinati e mi hanno chiesto se era ebreo”. “Quando ho
risposto di si, mi hanno chiesto di indossare la kippà. In genere non
porto la kippà, ma ho accolto la loro richiesta. Quando l’ho indossata e
loro hanno cominciato a scattare foto, mi sono reso conto di aver
commesso un errore”.Nei giorni immediatamente successivi al fatto, i giornali tedeschi
hanno scritto che la polizia non avrebbe preso provvedimenti su questo
caso – anche per evitare che si diffondesse la notizia di un ebreo
punito per aver indossato la kippà. Questa settimana invece il
portavoce della polizia Stefan Redlich ha fatto sapere che non si
possono fare eccezioni e che “la legge sulla neutralità si applica a
tutti.”Ora si vedrà se e in che modo verrà sanzionato Schlesinger che
comunque dovrà spiegare i fatti e motivare le sue scelte davanti ad un
giudice.Schlesinger intervistato dal giornale Der Tagesspiegel, ha spiegato
di essere consapevole di aver violato la legge, ma ha aggiunto anche di
trovare ridicola l’applicazione del regolamento in una situazione così
particolare. ”Io sono ebreo e non voglio che qualcuno mi proibisca di
indossare la kippà, nemmeno i miei superiori”. Comunque, ha aggiunto,
“in quel gesto non c’era alcun significato politico”.
Tuvia Schlesinger, 59 anni, è nato ad Haifa da genitori sopravvissuti
alla Shoah, e presta servizio nella polizia di Berlino da 32 anni;
è membro del consiglio di amministrazione della comunità ebraica locale
ed ex-presidente di lunga data dell’associazione sportiva Maccabi di
Berlino.Intanto mercoledì 13 settembre, centinaia di giovani ebrei e
cristiani hanno organizzato un “flash mob”, a sostegno della libertà
religiosa per gli ebrei in Germania, indossando tutti la kippà, donne
incluse; e marciando silenziosamente verso il memoriale della
Shoah. ”Con questo flash mob abbiamo voluto dimostrare la solidarietà
dei cristiani ai nostri concittadini ebrei, e dire che siamo contro ogni
forma di violenza antiebraica” ha detto Gottfried Bühler, uno degli
organizzatori della manifestazione nonchè direttore della sezione
tedesca della International Christian Embassy a Gerusalemme
(ICEJ). ”Credo che questo evento sia stato un segnale positivo per i
nostri concittadini ebrei”, ha aggiunto Bühler. “Un atteggiamento
responsabile verso il nostro passato, ci insegna e contribuisce a
costruire un futuro migliore”. http://www.mosaico-cem.it
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