martedì 25 settembre 2012
Emanuel Ringelblum
Varsavia, la Memoria trascurata
Raramente
mi è capitato di entrare in un Museo così trascurato come quello di
Varsavia sull'Olocausto nella città. Le aspettative erano tutt'altre
perché è lì che si trova l'archivio di Emanuel Ringelblum sulla vita
degli ebrei di Varsavia sotto i nazisti. Si tratta di un insieme di
documenti unici, sepolti prima della rivolta del ghetto per sfuggire
alla distruzione e riscoperti dopo la guerra. E poi, non mancano certo
oggetti di culto, fotografie, video, per creare e continuamente
rinnovare un percorso espositivo all'altezza. Invece, all'entrata si è
accolti da una particolare macchina per creare la forma delle matzot –
ma completamente arrugginita; da un computer su cui ricercare notizie
su persone e comunità scomparse – ma il software è vecchio e la
stampante non funziona; i custodi sono tanti – ma del tutto
incompetenti e disinteressati, vestiti in modo a dir poco trasandato.
Nelle sale si trovano quasi solo vecchi pannelli espositivi ingialliti,
attaccati a una tappezzeria verde superconsunta. I pochi oggetti o
quadri esposti, sono privi di qualsiasi didascalia, anche se ho potuto
distinguere due quadri di Mauricy Gottlieb. Per ironia, è possibile
vedere qualche estratto del famoso archivio Ringelblum, ma all'interno
di una sorta di film senza sonoro che gira a una velocità eccessiva per
comprenderne alcunché. Insomma, si respira un'aria da vecchio museo
dell'era comunista, che però si è conclusa più di 20 anni fa. Adesso le
autorità polacche stanno costruendo un nuovo, grande e moderno museo
che aprirà il prossimo anno. E perché in questi 20 anni non hanno
potuto neanche manutenere in modo accettabile quel che c'è? Così si
onora la memoria dei trucidati? E non è che il progetto del nuovo
megamuseo sia stato pensato per compiacere qualche non-polacco?Daniele
Liberanome, critico d'arte, http://www.moked.it/
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