martedì 4 settembre 2012

Meyer Amschel Rothschild

Parlando dei Rothschild

Anche a Napoli, vissero e operarono due Rothschild: Carl e suo figlio Adolph. Il capostipite Meyer Amschel Rothschild, per espandere le attività della banca nata a Francoforte sul Meno, inviò i figli nelle più importanti capitali d’Europa. Carl fu destinato a Napoli - allora terza città d’Europa - che raggiunse nella primavera del 1821.Con i Congressi di Troppau e Lubiana,la Santa Alleanza decise di interveniremilitarmente per reprimere i moti carbonari e puntellare il traballante trono di Ferdinando I di Borbone.Le spese dell’intervento di truppe austriache sarebbero state sostenute dai Reali di Napoli che, su iniziativa di Metternich, stipularono un prestito con i Rothschild. Carl finanziò lo sviluppo ferroviario in Sicilia e ottenne un contratto per la fornitura di tabacco della Virginia e del Kentucky alla Fabbrica Reale del Tabacco di Napoli. Le sue attività non si limitarono al Regno delle Due Sicilie. Su richiesta del Granduca di Toscana Leopoldo II, finanziò il prosciugamento delle paludi toscane in Maremma; concesse prestiti allo Stato Pontificio.Carl fu anche un protagonista dalla vita napoletana che in quegli anni rifiorì anche grazie all’apporto di musicisti come Bellini e Rossini e di pittori come Moritz D. Oppenheim. Nel 1841,Carl fissò la propria residenza in una splendida villa sulla riviera di Chiaia:Villa Pignatelli Acton. Costruita da Sir Ferdinand Acton, la villa fu venduta nel 1860 dai Rothschild al Duca di Monteleone, il Principe Diego Aragona Pignatelli Cortes.Nella sua residenza, Carl e la moglie Adelheid ospitarono gli esponenti dell’aristocrazia internazionale che visitavano Napoli (tra gli altri, lo zio preferito della Regina Vittoria, Leopoldo di Sassonia-Coburgo, re del Belgio). In una sala della villa, gli ebrei residenti o di passaggio a Napoli celebravano le loro funzioni religiose.Carl, che fu anche nominato Cavaliere di Gran Croce del Real Ordine di Francesco I, perse l’amata Adelheid nel 1853. Morì due anni dopo, all’età di 67 anni. A Napoli gli affari furono portati avanti dal figlio Adolph. Caduti i Borboni, Adolph lasciò la città e si stabilì sul lago di Ginevra, ma continuò a mantenere contatti con Napoli,tanto da finanziare nel 1864 la costruzione della sinagoga della città e varie istituzioni filantropiche napoletane.Maria Sofia, moglie di Francesco II e ultima Regina delle Due Sicilie, frequentava,talvolta, la sua casa di Parigi.Adolph morì nel 1900 senza eredi; la moglie Julie lo seguì nel 1907, lasciando in eredità l’intero patrimonio al secondo cugino Maurice, figlio di Edmond e nipote del Barone James di di Parigi. Tonino Nocera Sullam n. 95


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