sabato 20 ottobre 2012
(di Michele Monni) (ANSAmed)- HEBRON (CISGIORDANIA) - Si
respira aria frizzante di elezioni in Cisgiordania, a tre giorni dalle
municipali. E mentre le città sono tappezzate di striscioni, cartelloni e
poster dei canditati, nella severa e conservatrice città di Hebron
spicca l'immagine di Maysoun Qawasmi, quaratatreenne direttrice generale
dell'agenzia giornalistica governativa Wafa, che ha creato una lista
tutta al femminile chiamata Bel Masharka Nastatee (Partecipando noi
possiamo). Presentare una lista di sole donne proprio a Hebron è
un atto di coraggio: infatti ha attirato le critiche di ambienti
religiosi e l'attenzione dei media locali e internazionali. "Le donne
palestinesi e del Medio Oriente aspettano solo che qualcuno suoni la
'campana' per loro, io sono quella campana", ha dichiarato Qawasmi negli
uffici del suo quartier generale, dove una trentina di giovani donne e
ragazze stanno lavorando alla campagna elettorale. Il suo programma
prevede il riconoscimento politico della funzione delle donne nella
società palestinese e la creazione di spazi dove possano riunirsi,
parlare e praticare sport.Sottolinea peraltro l'avversione alle "quote rosa" introdotte dall'Anp -
che impongono che ogni cinque eletti uno sia di sesso femminile -
definite dalla candidata "non rappresentative della società
palestinese".Secondo gli ultimi sondaggi queste amministrative dovrebbero essere
vinte da al-Fatah, il partito del presidente Abu Mazen, anche perché
Hamas ha deciso di non partecipare. "Boicottiamo queste elezioni a causa
degli abusi e per la costante violazione dei diritti umani contro i
nostri affiliati o simpatizzanti perpetrata dal governo del presidente
dell'Anp", ha dichiarato all'ANSA al telefono Abdel Aziz Dweik, ex
presidente del Consiglio legislativo palestinese uscito dalle elezioni
politiche del 2006.Anche se starà a guardare, la popolarità di Hamas resta tangibile a
Hebron e altrove in Cisgiordania. Afferma Mohamad Kafesh, speaker
radiofonico di Radio One e autore di una popolare trasmissione politica:
"Secondo i nostri sondaggi, e anche dal numero di telefonate che
riceviamo ogni giorno, Hamas avrebbe il 40 per cento delle preferenze
seguito a ruota da Fatah con il 30 per cento, mentre il resto sarebbe da
spartire fra forze minori di sinistra, di centro o fondamentaliste".E mentre in Cisgiordania un milione e mezzo di persone si apprestano a
recarsi alle urne per rieleggere 98 consigli municipali, 10 consigli
locali e 245 consigli di villaggi, nelle Striscia di Gaza governata da
Hamas tutto resta invece immobile.Secondo l'esecutivo di Hamas, la responsabilità politica di questa
situazione ricade su Abu Mazen, 'reo' ai suoi occhi di non aver
concretizzato gli accordi di riconciliazione fra al-Fatah e Hamas.
"Prima si concluda la riconciliazione - dice Hamas - poi si potrà
tornare ad organizzare anche qua elezioni municipali". Nel frattempo il
divario fra Cisgiordania e Gaza continua ad allargarsi.
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