Hassan, cameraman ufficiale di Ahmadinejad e informatore della Cia
Non ha avuto
bisogno di parlare, Hassan Gol Khanban. Gli è bastato mostrare ore e
ore di filmati su nastri mini-dv e vhs. E poi firmare il documento di
piena collaborazione. Che inizierà soltanto quando sul suolo americano
metteranno piede la moglie e i figli. «Ora al sicuro in Turchia, ma
forse stanno già volando verso gli Stati Uniti».Da
Gerusalemme, parte attiva nella vicenda, assicurano – senza mezzi
termini – che si tratta del più grande caso di successo dello spionaggio
anti-iraniano negli ultimi decenni. Più degl’infiltrati che, una volta
entrati dall’Azerbaigian, hanno eliminato – uno dopo l’altro – le figure
chiave del programma nucleare di Teheran.La storia è
rocambolesca e stupefacente allo stesso tempo. Hassan Gol Khanban il
primo ottobre scorso s’è presentato agli agenti Cia di New York e ha
chiesto asilo politico. I servizi segreti iraniani l’hanno cercato per
ore. Perché Hassan Gol Khanban è il cameraman personale del presidente
iraniano Mahmoud Ahmadinejad. L’uomo che più gli è stato a fianco negli
ultimi anni. E nella città americana seguiva gli appuntamenti del numero
uno di Teheran durante il vertice Onu e tutta la spedizione, 140 uomini
in tutto. Fino a quando ha deciso di chiudere con il passato.

Hassan
Gol Khanban (nel tondo), l’operatore ufficiale di Ahmadinejad, a New
York lo scorso 23 settembre. Una settimana prima di chiedere asilo
politico agli Usa consegnando filmati e foto riservati (foto di Gary
Krauss/Ap)
Ma quello
che manca, in tutta questa storia, è il resto. Che, in questo caso, vuol
dire tutto. Perché Hassan, un uomo sulla quarantina ed ex membro basiji
(la polizia religiosa), s’è portato con sé decine di filmati, centinaia
di foto. «Materiale sensibile». Di più: «vitale, per l’Intelligence di
mezzo mondo». In quelle istantanee e in quei nastri ci sono le immagini
dei laboratori e dei siti nucleari della Repubblica islamica. Tutto il
materiale di cui hanno bisogno Israele e Usa per decidere se la «linea
rossa» iraniana sul nucleare è stata superata oppure no.In quelle
videocassette – raccontano da Gerusalemme – ci sarebbero tutte le ultime
visite ufficiali, e mai trasmesse nella tv di Stato, di Ahmadinejad e
dell’ayatollah Ali Khamenei nei siti nucleari e le sedi delle Guardie
rivoluzionarie del Paese. «Il più grande e aggiornato archivio sul cuore
scientifico e militare del Paese», spiegano da Israele, «arrivato senza
nessun intoppo perché nessuno ha mai pensato di controllare le due
valigie del cameraman prima di partire per New York».Tra il
materiale ci sarebbero anche i laboratori che non sono mai stati fatti
visionare agli osservatori dell’Agenzia internazionale dell’energia
atomica di Vienna: «il complesso nucleare di Natanz, l’impianto di
arricchimento nucleare di Farduz, la struttura militare di Teheran e il
centro di ricerca di Amir-Abad». «In molti filmati si vedono scienziati
ed esperti spiegare nel dettaglio i vari programmi di ricerca ad
Ahmadinejad», raccontano estasiati da Gerusalemme. «La cosa è positiva
per due motivi: da un lato ci fornisce prove evidenti su quello che
hanno intenzione di fare gl’iraniani», spiegano. «Dall’altro, ci
permette di inserire, catalogare e memorizzare nei nostri dispositivi di
contro-spionaggio le singole voci dei vertici militari, così da
individuarli subito ogni volta che intercettiamo le loro comunicazioni».

Hassan Gol Khanban insieme ai vertici militari iraniani (foto Agenzia Fars)
Dallo Stato
ebraico spiegano anche che il primo «contatto» tra Cia e Hassan Gol
Khanban abbia avuto luogo esattamente un anno. E proprio quando
l’operatore tv si trovava a New York per i lavori dell’Assemblea
generale dell’Onu. È in quei giorni che sarebbe stato convinto
dall’intelligence americana a passare dalla loro parte. In tutti questi
mesi, dicono da Gerusalemme, il cameraman non avrebbe mai contattato la
Cia. Né altri 007 occidentali presenti in Iran. Per non destare
sospetti. «Gli americani hanno avuto, per un anno intero, un loro uomo
di fianco ad Ahmadinejad e Khamenei», spiegano.Poi la
svolta. Agli inizi di settembre Hassan Gol Khanban chiede e ottiene –
grazie al suo ruolo – un visto per la moglie e i figli per la Turchia.
Motivo: visita ai parenti in Turchia. Una volta che la famiglia ha
toccato il suo turco, «e una volta che gli Usa li hanno presi in
custodia», per Hassan è stato il momento di «finire il lavoro».
Atterrato a New York, il 23 settembre, ha filmato per qualche giorno
Ahmadinejad. Poi, quando tutti si erano rilassati alla fine del discorso
all’Onu del presidente iraniano, l’operatore tv, l’ombra dell’uomo più
potente della Repubblica islamica, ha lasciato la sua stanza al Warwick
Hotel e s’è consegnato agli agenti statunitensi affiancato dall’avvocato
Paul O’Dwyer. «Sono Hassan Gol Khanban, cittadino iraniano. Chiedo
asilo politico agli Stati Uniti d’America». Dando così inizio alla più
roccambolesca storia di spionaggio.http://falafelcafe.wordpress.com/
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