mercoledì 17 ottobre 2012

L’errore americano 

Di Alex Fishman, http://www.israele.net
C’è un filo molto chiaro, e preoccupante, che collega l’infiltrazione di un drone (velivolo teleguidato) dal Libano nello spazio aereo israeliano e la rigida posizione espressa sulla questione del programma nucleare iraniano dal vice presidente americano Joe Biden nel dibattito televisivo con il suo rivale repubblicano. Tale filo ci dice qualcosa che in realtà dovremmo aver interiorizzato già da tempo: il governo americano non ha mai capito il Medio Oriente e l’islam fondamentalista, e probabilmente non li capirà mai. Il gap mentale e culturale è troppo ampio, tanto che persino semplici parole come “armi nucleari” hanno significato diverso di qua e di là dall'oceano. Per questo, quando si tratta della questione iraniana, con tutto il dovuto rispetto l’amministrazione americana non può essere considerata un buon consigliere per Israele: è piena di buone intenzioni, ma su argomenti relativi al mondo islamico è ben lontana dall'essere esperta.Anche in Israele alcuni membri dell’establishment della sicurezza sono affetti dalla stessa miopia. Quando il drone iraniano è stato abbattuto a una trentina di chilometri da Dimona, Israele si è rallegrato: il piano era stato sventato. Nel linguaggio occidentale, lo stesso che si usa in Israele, si suppone che la presenza di un drone ostile risponda a qualche genere di scopo operativo: qualcuno deve averlo mandato per catturare immagini, testare l’efficienza dei sistemi di difesa israeliani, inviare dati. In breve, doveva compiere una qualche missione pratica con risultati tangibili. Dal momento che questi risultati non sono stati raggiunti, la missione del drone è fallita.Ma nel linguaggio degli ayatollah iraniani e del capo di Hezbollah Nasrallah, il fatto che il velivolo senza pilota sia penetrato nello spazio aereo israeliano è di per sé un enorme risultato sul piano psicologico. Per quanto li riguarda, questo era lo scopo della missione. Il velivolo è stato lanciato per disperazione. Assad è nei guai, i terroristi Hezbollah vengono ammazzati in Siria, l’influenza di Nasrallah in Libano è in calo, ed ecco che quest'ultimo invia un messaggio alla regione: “Avevo promesso un’arma a sorpresa e ho mantenuto la mia promessa: disponiamo di capacità di cui non avete idea, per cui con noi non provateci nemmeno”.Biden, da buon esponente del modo di ragionare dell’amministrazione degli Stati Uniti, legge le informazioni di intelligence sul programma nucleare iraniano e non capisce quel che legge. Quando spiega al mondo, in inglese, che l’Iran è ancora lontano dall'essere in grado di produrre un’arma nucleare, dice una cosa che suona assai diversa in persiano. Non è sufficiente arricchire l’uranio, dice Biden, e ha ragione. Gli iraniani devono ancora sviluppare sistemi che possano trasportare questo uranio. Ed è qui che entra in gioco l’inganno che deriva dalle differenze culturali. Quando l’americano parla di armi nucleari, si riferisce a sistemi d’arma sviluppati e ripetutamente testati. Parla di moderni missili equipaggiati con sistemi di navigazione e di innesco in grado di causare il massimo danno possibile con la massima precisione possibile. È qui che sta la vera controversia fra Israele e Stati Uniti. Secondo il punto di vista americano, ci vorranno da tre a cinque anni prima che gli iraniani possano produrre un’arma nucleare. Israele, per contro, parla di capacità nucleari, non di armi nucleari, e punta il dito contro un processo che potrebbe essere completato nell'arco di pochi mesi. Dalla prospettiva di Israele, gli iraniani disporranno di capacità nucleari militari senza bisogno di produrre un missile all'altezza degli standard americani. Gli basterà piazzare poche testate nucleari su missili approssimativi, con sistemi d’innesco grossolani, che abbiano l’unica caratteristica di essere in grado di raggiungere Israele e magari anche di esplodere: come Saddam Hussein, che non aspettò di avere missili Scud sofisticati per attaccare Israele e si accontentò di lanciare missili di ripiego, alcuni dei quali andarono in pezzi a mezz'aria. Il suo obiettivo era trascinare Israele nella guerra, non sconfiggerlo coi missili.La tecnologia obsoleta dei missili nucleari iraniani, così come la tecnologia obsoleta del “semplice” drone mandato dal Libano, basterebbe agli iraniani per alterare gravemente gli equilibri e imporre di fatto un nuovo Medio Oriente con nuove regole, e per mettere a dura prova la resilienza di Israele. Giacché Israele, semplicemente, non può permettersi il rischio. (Da: YnetNews, 15.10.12)

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