mercoledì 24 ottobre 2012
Al Museo di via Tasso depositati nuovi documenti La lista degli ebrei alle Ardeatine e la lettera di Terracina
I tedeschi volevano cancellare
le tracce del terrore perpetrato a Roma nei nove mesi della loro occupazione. E
così la notte del 3 giugno 1944, nelle ore frenetiche dei preparativi per la
fuga dalla capitale, Herbert Kappler ordinò alle SS di bruciare gran parte dei
documenti che erano custoditi presso il carcere di via Tasso. Una straordinaria
fotografia di quei roghi è stata ritrovata nell’archivio del questore di
polizia Giuseppe Dosi, che di recente è stato acquisito dal Museo Storico della
Liberazione di Roma. Dosi, che nel dopoguerra sarebbe diventato direttore
dell’ufficio italiano Interpol, proprio la mattina del 4 giugno recuperò nel
carcere delle SS e nel reparto tedesco di Regina Coeli (il tristemente famoso
terzo braccio) la documentazione scampata alla distruzione.L’archivio di Dosi è stato presentato il 19 ottobre scorso, dal presidente del
Museo, Antonio Parisella, e da Alessia Glielmi, responsabile degli archivi,
insieme ad altri originali documenti inediti provenienti da privati. Una delle
scoperte più rilevanti compiute dalla Glielmi è stata quella degli elenchi
originali dei nominativi utilizzati dagli agenti tedeschi incaricati di prelevare
a Regina Coeli i detenuti e di predisporre il trasporto verso la via Ardeatina
il 24 marzo 1944. Gli elenchi ricomposti, che furono compilati da Heinz
Thunath, sono tre: due riguardano gli ebrei («Judenliste») e uno gli altri
detenuti. Essi contengono nome, cognome, data ed in alcuni casi luogo di
nascita e numero di cella dei detenuti prelevati.Tra i documenti acquisiti dal Museo figurano anche quelli di Davide Arnaldo
Terracina, detto Dino, ebreo romano sfuggito miracolosamente alla deportazione
del 16 ottobre e alla strage delle Fosse Ardeatine, come narrò egli stesso nel
1944 in una lettera allo zio Salvatore Fornari, emigrato a New York. Di
particolare interesse il racconto delle ore successive all’azione di via
Rasella del 23 marzo 1944, dove quel giorno casualmente Terracina si trovava in
un appartamento in affitto assieme ai suoceri, al cognato Armando e al figlio.
Terracina e il figlio furono arrestati dai tedeschi e rinchiusi nei sotterranei
al Ministero dell’Interno, ma grazie alle carte d’identità false furono
rilasciati.Parisella ha anche presentato il lavoro sviluppato per la digitalizzazione dei
documenti esposti nelle bacheche del Museo, realizzato con il supporto tecnico
del Consiglio Nazionale delle Ricerca. È stata creata fra l’altro una banca
dati delle 1.132 biografie di coloro che transitarono in quel periodo nel
carcere nazista di via Tasso. Un eccezionale archivio della memoria dell’orrore
nazista a Roma.Mario Avagliano twitter @MarioAvagliano , http://moked.it/
Etichette:
La storia questa sconosciuta
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento