Sanità - Il rispetto
della diversità
giovedì 4 ottobre 2012
“Fornire
indicazioni utili per adeguare i nostri ospedali e le altre strutture
sanitarie alle esigenze religiose nella cura e nell'assistenza delle
diverse comunità nel nostro Paese”. con questo scopo il ministro della
Sanità Renato Balduzzi ha promosso la formazione di un gruppo di lavoro
che possa “facilitare gli operatori sanitari in una relazione con i
cittadini malati basata sulla comprensione profonda e il reciproco
rispetto”. Il gruppo, che si è riunito per la prima volta già negli
scorsi giorni, prevede il confronto fra rappresentanti religiosi (tra
gli altri quelli di Buddhismo, Comunità Bahá’í, Comunità Sikh, Chiesa
cattolico-romana, Chiese della Riforma aderenti al Consiglio ecumenico
delle Chiese, Chiesa ortodossa romena, Unione italiana delle Chiese
cristiane avventiste del Settimo Giorno, Ebraismo, Induismo e Islam),
con ministero e professionisti del settore sanitario.“Rispettare, e non semplicemente tollerare, la diversità, è un
principio alla base della scienza medica - spiega Giorgio Mortara,
consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e presidente
dell’Associazione medica ebraica, che partecipa ai lavori del gruppo
come rappresentante dell’ebraismo - Anche se confronti del genere in
singoli territori o per singole confessioni sono stati già portati
avanti in passato, la novità significativa è il contemporaneo
coinvolgimento di esponenti di tutte le religioni, così che il rispetto
delle specificità dei pazienti sia garantito in tutto il territorio
nazionale”.Vari gli obiettivi concreti dei lavori: innanzitutto l’inserimento, tra
i criteri che gli ospedali devono rispettare per ricevere
l’accreditamento come strutture pubbliche, della garanzia di
un’adeguata accoglienza ai pazienti di religioni o sensibilità
differenti, con una particolare attenzione rivolta ai migranti giunti
in Italia da altre realtà. Una filosofia da applicare non soltanto alle
strutture, ma anche alla formazione del personale sanitario, attraverso
insegnamenti di bioetica e preparazione alle specificità culturali dei
pazienti nelle facoltà di Medicina e Scienze infermieristiche, e corsi
di aggiornamento professionale per il personale già qualificato. “L’Ame, insieme alle Comunità ebraiche presenti sui vari territori,
aveva già stipulato convenzioni a livello regionale –sottolinea il
dottor Mortara - In Lombardia per esempio lavoriamo già con diverse
strutture per garantire i pasti kasher e il rispetto delle norme
ebraiche sulle preghiere e sulla sepoltura. Penso che questo tavolo di
lavoro potrà conseguire risultati importanti e che l’esperienza che le
istituzioni ebraiche hanno maturato nell’occuparsi di queste tematiche
in passato potrà essere messa al servizio di tutti”.Rossella
Tercatin twitter @rtercatinmoked, http://www.moked.it/
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