venerdì 30 novembre 2012

Gli israeliani: Roma, che delusione
«Dai migliori amici fa più male»
 

«NON SOLO non migliorerà la situazione sul terreno. Rischia di creare le premesse per nuova violenza e di allontanare le prospettive di pace. E quindi, ci spiace che l’Italia abbia scelto di sostenere l’iniziativa unilaterale palestinese. È qualcosa che non ti aspetti dai tuoi migliori amici e alleati». Palazzo Chigi l’ha appena informato della posizione del nostro Paese e l’ambasciatore israeliano Naor Gilon non nasconde la sua delusione. Ambasciatore, perché questo passo dovrebbe far crescere la tensione?«Perché aumenterà le aspettative in Cisgiordania. E quando i palestinesi vedranno che lo status non cambierà in nulla la loro condizione, che la loro vita e le loro prospettive non muteranno, perché il processo di pace non avanzerà, ciò creerà delusione. E, temo, instabilità». Ma l’avanzamento del processo di pace dipende anche da Israele....
«Ogni premier israeliano dagli accordi Oslo in poi, incluso Netanyahu, ha sempre detto che noi siamo pronti a due stati per due popoli. Ma i palestinesi si rifiutano da quattro anni di sedersi al tavolo negoziale. Se pensano di forzare il processo di pace attraverso la comunità internazionale fanno male i calcoli». Concedere il ruolo di osservatori potrebbe anche essere positivo se i palestinesi, come hanno promesso, accettassero davvero di sedere al tavolo negoziale senza precondizioni...«Lei crede che accadrà? Personalmente sono molto scettico. I palestinesi hanno sinora detto che non siederanno al tavolo della pace senza precondizioni e temo che non cambieranno posizione. Stanno solo cercando un modo per convincere il maggior numero di paesi possibile a supportarli». Cosa aiuterebbe davvero la ripresa dei negoziati?«Molto semplice. Europa e Stati Uniti sono i maggiori finanziatori dell’autorità palestinese. Gli danno un sacco di soldi ogni anno. Se gli europei si unissero agli americani nel dire ai palestinesi ‘non possiamo continuare a finanziarvi se non tornate al tavoloo di trattativa senza precondizioni’, io credo che l’autorità palestinese non potrebbe non accogliere l’invito. Ma purtroppo l’Europa non sembra pronta a fare pressioni su Abu Mazen e quindi lui non ha urgenza di trattare, e può scegliere di tentare di usare la comunità internazionale per cercare di forzare la mano a Israele. Le assicuro che non funzionerà».  http://qn.quotidiano.net/

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