giovedì 29 novembre 2012

Guerra e legalità
Il sovente uso erroneo delle parole che attengono all'area giuridica unito a una certa narrativa pacifista ha ingenerato l'idea che la guerra sia ingiusta e illegale. Il giudizio morale sui conflitti armati si è sostituito a quello giuridico: la guerra è sempre "brutta", ma è legale.Con la nascita dell'ONU si è stabilito il principio generale di divieto dell'uso della forza. Questo principio generale ha un'importante eccezione, che consiste nell'autodifesa (come anche in ogni ordinamento giuridico): quando uno Stato è sotto attacco, ha il pieno diritto di difendersi, usando la forza per respingere l'aggressione. Il lancio di missili su Israele è un'aggressione che Israele deve respingere.I principi che regolano i conflitti armati sono due: distinzione e proporzionalità. In base al principio di distinzione, esistono civili e combattenti. In base al principio di proporzionalità, l'attacco dev'essere proporzionale alla pericolosità dell'obiettivo da colpire.Per quanto riguarda il principio di distinzione, secondo il diritto internazionale, i combattenti devono esser visibili e distinguibili (uniforme e emblemi). Qui si pone la prima questione che attiene all'evoluzione del concetto di combattente. Gli Stati Uniti riconoscono la figura del combattente illegale, ossia di colui che si comporta come un soldato, travestendosi da civile. Israele si basa sulle categorie tradizionali del diritto internazionale e definisce i terroristi come civili che prendono parte al conflitto, così perdendo la loro protezione e diventando obiettivi legittimi.Allo stesso modo, gli obiettivi legittimi di un attacco sono solo obiettivi militari, che "per la loro natura, locazione, scopo o uso contribuiscono effettivamente alle operazioni militari e la cui distruzione... comporta un consistente vantaggio militare" (art. 53, Protocollo Addizionale I alle Convenzioni di Ginevra). In questo senso anche gli ospedali possono divenire obiettivi militari nel caso in cui siano usati per attività dannose al nemico (art. 19, IV Convenzione di Ginevra).Per quanto riguarda il principio di proporzionalità, l'attacco per essere legittimo deve apportare un vantaggio militare sostanziale. Varie valutazioni possono esser compiute, che tengono conto del vantaggio immediato o di un vantaggio futuro. Non esistono formule generali per stabilire la proporzionalità nell'uso della forza, in quanto basata su informazioni di intelligence, giudizi strategici e esperienze storiche.Il diritto internazionale impone infine altre due norme: la verifica della legittimità dell'obiettivo prima dell'attacco e l'avviso rivolto alla popolazione civile di un imminente attacco.L'esercito israeliano ha negli ultimi anni inserito un esperto di diritto internazionale in ogni unità di attacco, che esprime un parere vincolante sulla legittimità di un obiettivo militare; un'operazione contraria al parere legale può esser compiuta solo su ordine del Primo Ministro su parere positivo dell'avvocatura di Stato (ancora non è stato registrato un simile caso).Israele si adopera inoltre nelle procedure di avviso di un imminente attacco in diversi modi, inclusi volantini, telefonate, annunci radiofonici.Un esempio di attacco ad un'infrastruttura civile usata per fini militari è il bombardamento dello stadio di Gaza, usato per le basi di lancio di missili su Israele. Poiché usato per fini militari, lo stadio aveva perso la propria immunità civile, divenendo un obiettivo legittimo. Il ragionamento sulla proporzionalità può esser basato sul seguente bilancio: un consistente numero di missili è lanciato dallo stadio di Gaza, la cui distruzione neutralizzerà una base di lancio dei missili sulla popolazione civile israeliana.La guerra è regolata da un quadro giuridico che impone determinati limiti e modi di comportamento da parte dei combattenti. Tra questi si ricordano: la proibizione di attacco indiscriminato sulla popolazione civile, come il lancio di missili da Gaza; l'obbligo di adottare segni visibili di appartenenza alla categoria dei combattenti, mentre le milizie di Hamas mantengono vesti vicili; il divieto di mettere in pericolo obiettivi civili, mentre Hamas usa edifici civili per lanciare missili e per deposito di armi; e infine il divieto di farsi scudo dei civili.Le immagini dei bambini feriti e le false immagini di presunte vittime urlano slogan di propaganda emotiva che rischiano di annebbiare il giudizio sui fatti: Israele sta conducendo una guerra legale, sta colpendo obiettivi legittimi, per difendere la popolazione sottoposta ad un indiscriminato attacco da parte del regime di Hamas che usa i civili e gli edifici protetti in contravvenzione ad ogni norma del diritto internazionale che si basa su principi di umanità. Se si vuole "continuare ad essere umani" bisogna difendere Israele.
di Giovanni Quer http://www.informazionecorretta.com/

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