martedì 13 novembre 2012
Paolo Ravenna (1926-2012)
Quando
si spegne una voce come quella di Paolo Ravenna, mancato ieri nella sua
Ferrara all’età di 86 anni, se ne va irreparabilmente un pezzo della
cultura critica italiana e nel contempo un elemento fondamentale di
quel legame d’amore forte e profondo che caratterizza il rapporto fra
l’ebraismo e l’Italia tutta, intesa come territorio, beni artistici,
panorama umano e intellettuale. Primo di tre figli dell’avvocato Renzo
Ravenna – che era stato podestà di Ferrara per tre lustri e che aveva
incarnato nel suo operato le contraddizioni di una questione ancora
assai dibattuta come quella del rapporto fra mondo ebraico e fascismo –
Paolo si era formato nutrendosi dell’amicizia e della cultura di
Giorgio Bassani. Aveva scelto la professione di avvocato, sulle orme
del padre, e come il padre aveva da subito colto l’imprescindibile
necessità di operare attivamente per il recupero e la salvaguardia di
un territorio come quello di Ferrara che sentiva profondamente suo.
Assieme all’amico Giuseppe (Beppe) Minerbi aveva fondato Italia Nostra,
un’associazione che solo in seguito prendeva forma a livello nazionale.
Iniziava in questo modo un lavoro lungo decenni, che ha portato fra
l’altro al recupero dell’intera cinta delle mura di Ferrara. Convinto
profondamente che la vita e la storia della sua comunità ebraica non
potesse essere concepita come disgiunta dal territorio, Paolo Ravenna
si adoperò per recuperare e rendere fruibile il monumentale edificio di
via Mazzini (la storica via dei Sabbioni) che ospita tre sinagoghe e
che oggi è anche sede del bel museo della comunità. Sull’edificio,
sulla sua importanza storica, culturale e artistica, e sulla sua
centralità per l’intera realtà ferrarese, Paolo Ravenna aveva appena
finito di realizzare un prezioso volume che purtroppo non ha fatto in
tempo a vedere pubblicato. L’impegno nella salvaguardia del patrimonio
culturale ebraico, concepito nella sua connessione stretta con la
realtà italiana, lo ha spinto in anni recenti ad essere fra gli
ideatori e poi attore protagonista nella realizzazione del MEIS, il
Museo dell’Ebraismo Italiano e della Shoà che va prendendo forma nella
sua Ferrara, dalla quale il recente terremoto l’ha dolorosamente
espulso rendendo inagibile la sua storica abitazione di via Palestro.
Mancherà ai vivi, che il suo ricordo sia di benedizione.Gadi Luzzatto Voghera, storico http://www.moked.it/
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