giovedì 8 novembre 2012
"Responsabilità,
impegno e maggiori reciproche aspettative"La conferma di Obama sulla stampa ebraica a stelle e strisce
“Sappiamo
tutti che questa vittoria non è come quella di quattro anni fa e che
Obama non ha potuto soddisfare tutte le aspettative, alcune
obiettivamente impossibili, che l'elettorato americano riponeva nel
suo mandato. Lo conosciamo meglio adesso. Sappiamo i suoi difetti e i
suoi punti deboli. Auspicabilmente li conosce anche lui”. Si
intitola Great expectations ed è un appello ai grandi obiettivi
condivisi (e da condividere) l'editoriale con cui Forward, giornale
ebraico più influente d'America, accoglie la conferma di Barack
Obama alla Casa Bianca. Dalla crisi economica al sociale, dal
riconoscimento dei diritti civili alla politica estera, l'intervento
– pubblicato senza firma sulla home del sito – è un doppio
richiamo alla responsabilità: abbiamo il diritto di aspettarci di
più da questo secondo quadriennio, si afferma, “ma allo stesso
tempo il presidente ha il diritto di aspettarsi qualcosa di più da
noi, i cittadini che governa”. “Obama finds the Promised Land
Again”, titola invece Tablet, altro magazine ricco di informazioni
sulla particolare declinazione del voto ebraico. Un voto come noto in
larga parte democratico ma che in questa circostanza sembrerebbe aver
registrato una piccola ma significativa 'migrazione' repubblicana. Lo
confermerebbe un sondaggio appena divulgato dalla CNN: il dato di cui
si parla è il 31 per cento. Per Nathan Guttman, ancora su Forward,
“resta comunque una vittoria ebraica”. L'uomo d'affari George
Soros, tra i massimi finanziatori della campagna democratica, si dice
intanto convinto che con la conferma di Obama sarà possibile
rafforzare un'azione politica sensibile e più attenta al sociale.
“Sono contento che abbia vinto – afferma – con la sua
rielezione l'elettorato americano ha rigettato alcune posizioni
estremiste della controparte”.Delusione
palpabile nella galassia dei movimenti ebraici di appoggio al
candidato repubblicano. Soprattutto sui social network, con
interventi caratterizzati da grande amarezza e sfiducia. “Per
Israele saranno tempi molto duri”, scrive un blogger alludendo alle
presunte ambiguità di Obama sulla politica mediorientale. Ma c'è
anche chi come Reuven Boruch, admin della pagina Facebook di Jews for
Romney, invita a voltare pagina e a rimboccarsi le maniche nel nome
del bene comune e dello spirito di unità. “Come on guys, it's time
to move on”, il suo post. Delusioni dall'urna anche per rav Shmuley
Boteach, rabbino ortodosso protagonista del dibattito etico e
religioso nazionale. In corsa con i repubblicani per un seggio nello
Stato del New Jersey, è stato sconfitto dal democratico Bill
Pascrell. Molto interessante infine, per restare negli ambienti
conservatori, la ferma denuncia di Commentary, testata fondata nel
1945 dall'American Jewish Committee. “Sottovalutare l'appeal di cui
continua a godere Obama – si legge sul web – è stato un errore
gravissimo”.Da
Israele, dove non sono mancati appuntamenti di piazza per seguire le
dinamiche del voto, arrivano le congrutalazioni del primo ministro
Benjamin Netanyahu. “Il patto strategico fra Israele e Stati Uniti
– ha commentato – è più forte che mai. Continuerò a lavorare
con il presidente Obama per garantire gli interessi essenziali per la
sicurezza dei cittadini di Israele”. Sulla stessa lunghezza d'onda
il ministro della Difesa Ehud Barak, che si è detto fiducioso per un
futuro di armonia e collaborazione: “Credo – ha affermato – che
nella tradizione di profonda amicizia e nello sfondo di condivise
esperienze accumulate con il presidente Obama saremo in grado di
superare tutte le nostre differenze”.a.s
twitter @asmulevichmoked
,
http://www.moked.it/
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