

Risposta
a Gianfredo Ruggiero
Circolo
Culturale
Excalibur Varese, Pace in Palestina?
Una meta sempre più
lontana.di
Davide Nizza, Gerusalemme, 27.11.2012.
1.
Qui di séguito, nel testo dell’art. di Gianfredo Ruggiero, le mie
note, osservazioni, commenti e soprattutto dati in rosso,
cui ho aggiunto alcune domande, ritengo utili per conoscere meglio e
approfondire.(la parte di Ruggiero è messa in corsivo)
3. In
genere non perdo tempo a rispondere a chi mostra di essere prevenuto
e in particolare a chi mostra di non voler riconoscere gli elementari
diritti di eguaglianza tra gli uomini e i popoli, in particolare il
diritto del popolo ebraico alla sua autonomia e indipendenza nella
sua terra.Ma in questo caso faccio un’eccezione, in quanto:
a.
per stima e rispetto nei cfr. dell’amico Lello Anav;
b.
non conosco il Sig. Gianfredo Ruggiero, per cui non posso escludere
che sia in buona fede e sia male informato.
oOo
Pace
in Palestina? Una meta sempre più lontana
di
Gianfredo Ruggiero
Per
duemila anni la Palestina è stata il segno della concordia e della
tolleranza tra le varie confessioni ed etnie (unica parentesi i
turbolenti Regni Crociati del Medio Evo).
Non
è vero:
1.
in epoca romana, diciamo i primi 2 secoli, gli ebrei sono stati fatti
a pezzi, basta ricordare le repressioni delle 2 grandi rivolte
ebraiche (66-70 e 132-35, Tito e Adriano), a séguito delle
tassazioni e malversazioni ecc.2.
fin dagli inizi dell’epoca bizantina (IV secolo), i cristiani hanno
perseguitato ancor peggio gli ebrei, che abitavano pur sempre in
Israele, ormai ridotti a pochi in Giudea, ma ancora molti in Galilea,
Golàn ecc.; tra le altre cose hanno determinato: a. l’annullamento
del Sinedrio; b. l’incremento di ondate di profughi verso paesi più
tolleranti, quali soprattutto la Mesopotamia;3.
non sottovaluterei che gli ebrei, che erano potuti ritornare (come
dhimmi, come del resto i cristiani) a Gerusalemme e in Israele con la
conquista araba (638), furono nuovamente perseguitati e espulsi da
Gerusalemme proprio dai Crociati.Quindi
parlare di concordia e tolleranza è un mito, che non corrisponde ai
fatti.Inoltre:
cosa ne facciamo dei precedenti circa 1300 anni, diciamo dalla
conquista della Terra di Canaan fino alla fine del Regno di Erode e
dei suoi figli e nipoti, regno autonomo e indipendente, cioè il
Regno Asmonaico o dei Maccabei (da circa il 150 a. E.V.), Regno che,
guarda caso, anche i romani chiamavano di GIUDEA, e in séguito
Provincia IUDAEA Capta?
Poi,
nel 1948 a seguito di una semplice deliberazione dell’ONU a
carattere consultivo, in spregio al diritto internazionale e al
principio dell’autodeterminazione dei popoli (la popolazione non fu
neppure interpellata con un referendum), le potenze vincitrici del
secondo conflitto mondiale decisero di donare metà della Palestina
agli ebrei con il pretesto che questi erano originari di quei luoghi
e come forma di risarcimento per aver subito la persecuzione
hitleriana (in realtà per lavarsi la coscienza a costo zero
scaricandolo sui palestinesi).
1.
La storia del c.d. conflitto arabo-israeliano non comincia nel 1948 e
farla partire da lì non è solo un arbitrio, è una posizione che
ignora la storia e i fatti.2.
La storia, oltre che politica, per quel che riguarda i documenti e i
fatti, comincia nel 1800. Agli inizi del 1800 il Paese era desolato,
desertico e disabitato; si parla di circa 300.000 abitanti in tutto,
perlopiù beduini, seminomadi, fellahìm servi della gleba dei ricchi
arabi latifondisti; gli ebrei (che sempre hanno continuato a abitare
in Israele, tranne negli sporadici momenti di persecuzioni) abitavano
nelle città (Gerusalemme, Hebron, Safed, Tiberiade, Acco, Giaffa,
Gaza, ecc.) da secoli. Nella seconda metà dell’800 (molto prima
della nascita del Sionismo politico (Teodoro Herzl, 1897) gli ebrei
furono i primi a uscire dalle cinte murarie e a colonizzare la terra
desertica, nell’impresa di creare le condizioni di una vita
moderna, basata sull’agricoltura (non ho qui il tempo di descrivere
le difficoltà sia oggettive, acqua, malaria ecc., sia
politiche-istituzionali, come il fatto che i turchi non permettevano
l’acquisto di terre ecc.);3.
tra le cause fondamentali del Sionismo politico c’è l’Affaire
Dreyfus: vogliamo parlarne?4.
tra i documenti: a.
gli accordi Sykes-Picot tra Inghilterra e Francia (in origine
Inghilterra, Francia, Italia e Russia, 1915-16): vogliamo parlarne?
Non si trattò di un “furto”, in quanto b.
furono ratificati
come aggiornamento dei trattati di pace nella Conferenza di Sanremo,
24.4.1920, e in séguito e.
ratificati dalla Lega delle
Nazioni (l’ONU di allora,
24.6.1922) con i relativi Mandati: Libano e Siria alla Francia,
Palestina a Gran Bretagna. f.
al di là degli aspetti giuridici formali e del diritto
internazionale, trovo quantomeno bizzarra la pretesa che i Mandati
(ce ne furono tanti, sia dopo la Prima sia dopo la Seconda Guerra
Mondiale e anche l’Italia ha avuto quello della Somalia) siano
validi e incontestati, tranne questo; non sarà perché riguarda gli
ebrei? Mah!5.
Dunque tutto questo non c’entra niente con i presunti risarcimenti
morali per le persecuzioni nazifasciste, che ancora non esistevano,
né erano pensabili.
“donare
metà della Palestina agli ebrei con il pretesto che questi erano
originari di quei luoghi”.
A.
Che gli ebrei siano gli abitanti storici “originari” di Israele
(sull’uso del termine Palestina, che è moderno, non ho qui il
tempo di spiegare) da circa 3300 anni è un fatto storico, non è un
“pretesto”, certamente in confronto a tutti gli altri dominatori
o invasori di tutti i tempi, tutti scomparsi (come gli Egizi, gli
Assiri, i Babilonesi, i Persiani e i Parti, i Romani, i Greci,, i
Fenici ecc.).B.
La mappa del Mandato Britannico della Palestina delineava i confini
di tutto quello che adesso si chiama Israele, compresi i territori
contesi E L’ATTUALE GIORDANIA. V. mappa in
Ma
poi gli inglesi, con atto unilaterale, riconosciuto solo da loro
stessi e dal Regno di Transgiordania, nel 1922 scorporano la parte
orientale del Mandato e “inventano” (come direbbe il Metternich)
uno Stato mai esistito per una nazione mai esistita, col nome
(appunto significativo di TRANSJORDAN) In
questo modo insediano Abdallah, uno dei figli dello Sceicco
dell’Hejaz (cioè della Mecca), Hussein bin Ali, che era stato
spodestato dal giovane capo beduino Abdel Aziz II Ibn Saud (futuro
fondatore dell’Arabia Saudita. Tuttora il potere in Giordania è
tenuto dalla famiglia Hashemita col supporto delle sue tribù beduine
(e altri, quali fidati circassi), mentre circa i ¾ della popolazione
sono palestinesi immigrati (secondo alcune opinioni politiche la
Giordania è de facto il 1° Stato palestinese; per costoro parlare
dei territori contesi significa parlare del 3° Stato palestinese,
essendo de facto Gaza il 2° Stato palestinese con un governo, Hamas,
democraticamente eletto).Quindi,
riassumendo, a proposito dell’enunciato “donare metà della
Palestina agli ebrei con il pretesto che questi erano originari di
quei luoghi”, è vero il contrario: ai legittimi abitanti della
Palestina ebrei sono stati sottratti i 2/3 del territorio sancito
dalla Lega delle Nazioni.
Gli
ebrei, preso possesso di quelle terre,
Cosa
significa? Le hanno rubate? Quando? Hanno costretto gli Arabi a
fuggire con la minaccia delle armi? Ma portare le armi era illegale:
solo l’esercito inglese poteva portare le armi; chi veniva colto
con armi veniva processato davanti al tribunale militare e condannato
anche fino all’impiccagione.Le
verità è che gli ebrei, a parte le proprietà delle case in città,
le terre le avevano comprate legalmente dai legittimi proprietari, in
stragrande maggioranza arabi e/o beduini, nonostante le mille
difficoltà giuridiche (dati i limiti posti dalla legge turca) e
sempre pagandole un prezzo molto più caro del valore di mercato,
spesso facendo collette o con l’aiuto del Fondo Nazionale Ebraico,
i cui proventi venivano dalle offerte degli ebrei della Diaspora.
cacciarono
con la forza chi le abitava da sempre:
Se
stiamo parlando della guerra del 1948 questa frase, fuori dal
contesto, è faziosa:
1.
Chi le abitava “da sempre?” il testo induce a presumere i
palestinesi. Falso. La stragrande maggioranza di quelli che oggi si
chiamano palestinesi sono immigrati tra fine 800 e poi sotto il
Mandato Britannico (con il favore degli ingesi per politica
filoaraba) soprattutto per il benessere creato nei decenni dagli
ebrei locali, poi dai sionisti e infine in parte anche dagli inglesi.
Gli unici che si possono definire gli abitanti locali da
sempre sono gli ebrei.
900mila
palestinesi furono costretti ad abbandonare le loro case per fare
posto ai nuovi arrivati
Cifra
di parte palestinese, non ritenuta attendibile. I dati storici
parlano di circa 650.000.
Inoltre,
mettendo le cose nel loro contesto storico: contemporaneamente,
tra il 1948 e il 1949, furono cacciati, anche con pogrom e eccidi,
circa 850.000 ebrei dai Paesi arabi (comunità che vivevano colà da
secoli e anche millenni), coerentemente con le loro opinioni
antisionistiche (termine leggermente eufemistico: cosa c’entravano
con il conflitto regionale?), i quali nudi e crudi, privati anche
della cittadinanza, in grandissima parte immigrarono nel neonato
Stato di Israele (gli Stati democratici illuminati non gradivano
questi profughi. Ricorda qualcosa?). Per questo motivo la popolazione
della Palestina, che al momento della dichiarazione ONU 181,
29.11.1947, contava circa 650.000 ebrei su circa 1.250.000 abitanti,
nel 1949-50 contava circa 1.250.000 abitanti, quasi tutti ebrei.Perché
gli arabi sono fuggiti? La critica storica, anche recente (incluso il
noto Benny Morris), sintetizza così le cause principali, diciamo in
ordine di grandezza numerica:
1.
molti fuggirono persuasi dalla propaganda araba (radio di vari Stati
arabi, volantinaggi, proclami di religiosi ecc.), che incitava a
lasciare le case, in modo da permettere agli eserciti arabi di
entrare nel Paese subito dopo il ritiro degli inglesi e facilitare il
compito di “gettare a mare i sionisti”;2.
molti fuggirono per paura delle “rappresaglie” che i sionisti
avrebbero commesso contro di loro, cosa naturale in certa mentalità
islamica, dato che solo nei decenni 20-40, la popolazione araba
locale aveva commesso veri e propri pogrom (i più tragici nel ’20,
nel ’21, nel ’29, nel ’36-39 e altri ancora dopo il ’45),
trucidando ebrei inermi, uomini donne, vecchi e bambini (il
panettiere di Hebron lo misero in forno...); quindi per certa
mentalità era ovvio che i sionisti avrebbero fatto loro quello che
loro avevano fatto ai sionisti. Solo che i sionisti, per quanto
assimilati e anti religiosi e laici e socialisti, erano pur sempre
ebrei, oltre che democratici, e non hanno mai avuto la cultura né
della vendetta, né della legge del taglione (altro vecchio
pregiudizio da sfatare, sempre duro a morire), né di faide e simili.
Infatti, tranne qualche rara eccezione, non commisero eccidi.;3.
durante la guerra si combatteva dappertutto, non solo contro
l’invasione di eserciti regolari (Egitto, Giordania, Siria, Iraq,
Libano, laddove gli israeliani non avevano né esercito, essendo
appena nato nel maggio del ’48, né praticamente armi, certo non
artiglieria, mezzi pesanti, aviazione ecc.), ma anche per le strade,
nelle città e nei villaggi. Spesso entrambe le parti se le diedero e
le presero, ma in complesso avvenne che: a. le popolazioni che non
combatterono gli ebrei non furono disturbate (Israele è pieno di
luoghi abitati da locali fin dalla fine dell’800 e oltre); b. le
popolazioni che attaccarono gli ebrei furono a loro volta attaccate e
nella maggior parte dei casi persero e fuggirono. Una minoranza
(circa 250.000) rimasero indisturbati.
e 530
villaggi (cifra di parte palestinese, non
attendibile) furono completamente distrutti per impedirne il
ritorno e molti altri sostituiti con insediamenti per soli ebrei.
Neppure i cimiteri, luoghi sacri per i musulmani, furono risparmiati.
Quasi tutto falso e/o di parte.Lo
spirito colonialista e di supremazia razziale del movimento sionista
è condensato nello slogan, poi ripreso dal futuro Primo Ministro
Israeliano Golda Meir: « Una terra senza un popolo, un popolo senza
terra». In queste parole si coglie la totale indifferenza ebraica
verso la popolazione palestinese che non viene neppure considerata,
come se non esistesse.
1.
La frase attribuita a Golda Meir è molto più antica e risale alla
fine dell’800.2.
In cifre corrisponde sostanzialmente alla verità.3.
Gli arabi della regione non si sono mai chiamati palestinesi fino
alla fondazione dell’OLP (1964). Prima si consideravano turchi o,
in particolare i primi circoli intellettuali ancora negli anni ’20,
futuri cittadini SIRIANI, cioè si sentivano siriani meridionali.4.
Comunque la Dichiarazione ONU 181 prevedeva una geopardizzazione di
quello che era rimasto del Mandato su base etnica (più ebrei di qua,
più arabi di là) e aveva proclamato ciò che in parole povere si
chiama DUE STATI PER DUE POPOLI, come segue:fermi
restando i diritti delle popolazioni locali.5.
Solo che Ben Gurion e i sionisti accettarono la proposta ONU, invece
TUTTI I PAESI ARABI, LA LEGA ARABA E I (FUTURI) PALESTINESI
RIFIUTARONO. Non solo, ma dichiararono la guerra, che infatti ci fu e
fu una guerra di aggressione e invasione, dalla quale Israele uscì
sostanzialmente vincitore.6.
Quindi quei confini della 181 non entrarono mai in vigore, sebbene la
Risoluzione 181 resti e crei precedente, ma i nuovi confini di
Israele dal 1949 al 1967 furono armistiziali (non politici), come
segue:
Forti
dell’appoggio incondizionato degli americani e, inizialmente, anche
dei sovietici, gli ebrei si abbandonarono a vere e proprie stragi e
atti di puro terrorismo (tutto falso: grande
frittata di fatti diversi, di situazioni diverse, di periodi e anni
diversi)come
il massacro del villaggio palestinese di Deir Yassin del 9 aprile
1948 ad opera del gruppo terrorista IRGUM (rectius:
IRGUN; partecipò anche il Lehi) (i cui leader politici erano
Begin e Shamir) che causò la morte di 254 tra vecchi, donne e
bambini(1)
Su
Deir Yassin c’è una letteratura enorme, anche una recente ricerca
di studenti dell’Università araba di Bir Zait. Il succo del
discorso è:1.
non si trattò di massacro, bensì di una battaglia, con morti e
feriti da entrambe le parti; la maggior parte dei morti furono civili
(come sempre avviene nei conflitti urbani); 2.
il villaggio fu attaccato perché da lì partivano gli attentati ai
convogli che portavano vettovagliamenti e medicinali a Gerusalemme,
che era sotto assedio (mancava anche l’acqua); 3.
l’operazione fu affidata all’Irgùn, ma il comando era unificato
(Haganàh, Irgùn e Léhi); 4.
gli uomini non erano tutti così pacifici contadini, come la nota del
Sig. Gianfredo Ruggiero riporta; infatti combatterono in molti
assieme a altri miliziani iracheni e avevano armi da fuoco e bombe
(per inermi contadini non c’è male, direi); 5.
il numero ritenuto oggi attendibile, anche secondo la ricerca di Bir
Zeit (che ho letto alcuni anni fa in rete) è di circa 100; 6.
tutta la brutta storia fu ingigantita fin dai primi giorni per vari
motivi, tutti di parte; tra questi: a. il rendiconto fazioso di Meìr
Paìl per ragioni anti-Begin e anti-Lehi; b. idem da parte del
rappresentante della Croce Rossa di Gerusalemme (sulla CR
Internazionale e il suo NON operato durante il nazismo e poi ancora
nei cfr. del Magghèn Davìd Adòm bisognerà parlare una buona
volta), Jacques de Reynier, famigerato antisionista antisemita; c. la
diffusione della strage che non c’era stata da parte della
propaganda araba stessa, fatto che comportò appunto la fuga a
macchia d’olio da parte di molti;7.
qualche lettura:
e
l’assassinio, avvenuto il 16 settembre dello stesso anno, del
mediatore delle Nazioni Unite, lo svedese Folke Bernadotte (un
ben noto fazioso antisionista: basta leggere le sue posizioni
politiche), per aver denunciato le violenze sioniste (appunto
un fazioso: le violenze arabe andavano bene...). L’omicidio
fu rivendicato da un gruppo terrorista di cui facevano parte due
futuri ministri israeliani, Cohen e Friedman.Anche
da parte palestinese non mancarono atti di terrorismo a cui
corrispondevano rappresaglie dure, indiscriminate e sproporzionate.Le
successive guerre arabo-israeliane si conclusero con la netta
sconfitta della coalizione araba, disorganizzata e male armata, e con
l’occupazione di altre consistenti porzioni di territorio
palestinese.
Vogliamo
mettere a confronto gli eserciti di Egitto, Giordania (Legione Araba,
addestrata dagli inglesi e comandata dall’inglese islamizzato Glubb
Pascià), Siria, Iraq, Libano, più sostegno di Arabia Saudita, più
armamenti e istruttori URSS ecc. ecc. ecc., circa 500 milioni contro
circa 2 milioni, senza parlare del petrolio?
Il
nuovo Stato d’Israele si è subito caratterizzato in senso
rigidamente razziale e confessionale essendo aperto ai soli ebrei
osservanti.
Palla
colossale o malafede: Tutti sanno che Israele è l’unico Stato
democratico della regione, circondato da 22 Stati arabi e 54
Islamici, nessuno dei quali democratico, tutti più o meno regimi
sanguinari dittatoriali che fanno strame dei loro sudditi tutti i
giorni nell’indifferenza delle opinioni pubbliche e delle nazioni
c.d. civili.Inoltre
Israele è uno Stato laico, anzi per molti decenni, finché i governi
erano socialisti di centro sinistra, i c.d. religiosi erano
discriminati, se non perseguitati.
Una
legge, quella definita “Del Ritorno”, consente alle autorità
religiose ortodosse di esercitare un controllo ferreo sui matrimoni
ebraici, sono infatti vietate le unioni tra gli ebrei e i non ebrei
(i cosiddetti “gentili”), sui divorzi, sulle conversioni e sulle
sepolture.
Tutto
falso. La Legge del Ritorno afferma un semplice principio
democratico: essendo lo Stato di Israele l’unico Stato del Popolo
di Israele, ogni ebreo ha il diritto di ricevere la cittadinanza, se
lo richiede, quando immigra; gli altri, non ebrei, possono immigrare,
lavorare (ottenuti i regolari visti e permessi), sposarsi, divorziare
e fare tutto quello che vogliono nei limiti delle leggi dello Stato,
che sono uguali per tutti, come in ogni Stato democratico.
Ai
palestinesi è negata qualunque possibilità di farvi parte.
Falso.
I palestinesi (una volta si diceva arabi israeliani) israeliani sono
cittadini dello Stato con pari diritti e doveri: votano e possono
essere eletti anche nella Kenésset (il Parlamento), dove, oltre a
loro rappresentanti ci sono vari partiti arabi; esercitano tutti i
mestieri e le professioni; in molti casi fanno il servizio militare
(per molti è facoltativo, per altri è obbligatorio) e fanno
carriera in tutte le armi fino ai più alti gradi.
Lo
stesso impedimento riguarda gli ex-ebrei, ossia persone che pur
essendo di discendenza ebraica professano una religione diversa dal
Giudaismo: anche a loro è impedito di stabilirsi in Israele.
Totalmente
incomprensibile. Irrazionale. Frase priva di qualunque nozione di
base su chi siano gli ebrei, che cosa sia l’ebraismo ecc.
I
pochi arabi che hanno potuto continuare a vivere in quella che una
volta era la loro terra devono essere riconoscibili (le loro auto, ad
esempio, hanno una targa diversa);
Falso.
Le targhe sono uguali per tutti i veicoli israeliani. I veicoli
dell’ANP hanno targhe loro. A me pare ingiusto che, mentre io non
posso andare con la mia auto israeliana a Betlemme, a Ramallah o a
Gerico, sulle strade isreliane circolino auto targate ANP e, mentre
non posso neanche a piedi andare a bere un caffè o a vedere quel
poco che rimane dei siti archeologici di Gerico (in parte distrutti
dai beduini dopo il ritiro degli israeliani nel 2000), se vado a fare
il bagno nel mar Morto trovo più palestinesi di Gaza e dintorni, con
mogli e figlie completamente coperte, che israeliani o ebrei o
turisti.
è sì
permesso loro di eleggere dei rappresentanti al Parlamento, ma in
quanto piccola, innocua e assimilata minoranza.
Ma
se sono minoranza, circa il 20&, che cos pretende? Che abbiano la
maggioranza? Strana opinione della democrazia!
Il
concetto di società multietnica che tanto piace in Occidente e
sbandierato anche in Italia come massima espressione di democrazia,
libertà e pluralismo in Israele non solo non è neppure
contemplata, ma è addirittura vietata per legge.
Falso.
Basta girare per qualunque città o villaggio israeliano, da Tel Aviv
(dove fra l’altro, comne è noto, cercano rifugio per vivere la
loro diversa sessualità tanti palestinesi, che a Ramallah e altrove
rischiano una fine atroce) a Gerusalemme, a uno dei tanti villaggi
beduini o drusi o circassi, o quartieri cristiani o armeni o altri
diversi di città diverse, per assistere a uno spettacolo di gente
diversa, con ogni tipo di abbigliamento, aspetto religioso, etnico,
colore, naturalmente anche della pelle ecc.
Una
sentenza della Corte Suprema israeliana del 1989 stabilisce che alle
elezioni sono esclusi partiti politici o persone che prevedono nel
loro programma uno Stato multi-culturale o che mettano in discussione
il principio dello Stato per Soli Ebrei (SSE).
Non
conosco questa legge: l’autore dovrebbe essere più preciso e
fornire almeno qualche dato che renda controllabile la fonte. So solo
di una legge che vieta la costituzione di liste elettorali che
neghino il diritto all’esistenza dello Stato di Israele come Stato
democratico. Ben nota anche la legge detta anti Cahana (dal nome del
politico e rabbino), che vieta la partecipazione a liste che
istighino a ideologie razziste. Quindi semmai tutto il contrario di
quanto supra affermato.
Israele
non ha una Costituzione e questo consente ai suoi tribunali di agire
con libertà ed arbitrio nelle sentenze, soprattutto a carico dei non
ebrei.
Anche
l’Inghilterra e altri Stati democratici non hanno una Costituzione
scritta. In Israele ci sono le Leggi Fondamentali, che hanno valore
equivalente a una Costituzione.
Quanto
all’invadenza delle sentenze della Corte Suprema sulle leggi del
parlamento è in corso da anni una aspra polemica (anche in Italia mi
sembra che ci siano alcuni problemini, p. es. sul fatto che i giudici
sono irresponsabili, non rendono mai conto dei loro errori, possono
passare da una funzione all’altra, entrare in politica e rientrare
in magistratura ecc. e non mi risulta che la gente abbia grande
opinione sull’operato e l’imparzialità dei giudici in generale).
Con
queste caratteristiche definire Israele un “avamposto di democrazia
in Medio Oriente”, come spesso si sente affermare, mi pare quanto
meno azzardato.
Quali
sarebbero gli esempi di democrazia nel raggio di qualche migliaio di
km da queste parti? Forse la teocrazia degli Ayatollah? Forse il
fondamentalismo dei Fratelli Mussulmani del Presidente Mursi in
Egitto? O forse il regime del quasi fondamentalista Erdogan in
Turchia, ben nota democrazia: chiedere ai giudici e ai giornalisti,
nonché ai militari che a centinania marciscono in galera in questa
democrazia avanzata e illuminata!In
Israele ci sono tutti i criteri della democrazia, dalla separazione
dei poteri alla libertà di espressione e persino non si applica de
facto la censura militare, pur essendo il Paese in guerra da sempre.
Quella
che è in atto da sessant’anni in Palestina è una lotta tra due
popoli per il diritto all’esistenza.
Bufala
colossale! Questo non è mai stato un conflitto territoriale. Se lo
fosse, in quasi cent’anni e due Guerre Mondiali e una quantità di
altre guerre locali e intifade varie, nonché ritiri unilaterali,
come da Gaza nel 2005, la pace si sarebbe fatta da generazioni.
Questo
è un CONFLITTO IDEOLOGICO, cioè: gli arabi e in generale i
mussulmani non tollerano che i dhimmi (cioè ebrei e cristiani) osino
pretendere di essere uguali a loro. I dhimmi possono al massimo stare
sotto, essere sottomessi, sudditi di serie C. Se osano pretendere di
essere “uguali” diventano ipso facto ribelli e meritano di essere
sgozzati, in quanto hanno violato i patti di sottomissione.Infatti
anche per il Pachistan (inventato nel 1947 dall’ONU per le stesse
ragioni: separare i due contendenti) e l’India il conflitto è
ancora con i suoi massacri, stragi e attentati, dopo 65 come qua,
nonostante un sacco di milioni di deportati da una parte all’altra.Lo
stesso in Kossovo, a differenza di tutti gli altri popoli e Stati che
si sono formati al disfacimento della Yugoslavia, qualcuno con
guerre, altri pacificamente.Altro
che conflitto di civiltà! È un eufemismo.
La
differenza è che mentre gli israeliani, armati dall’America, hanno
uno dei più potenti eserciti del mondo con tanto d’armamenti
nucleari che possono usare a loro piacimento, i palestinesi possono
disporre solo di rudimentali razzi a breve gittata forniti dall’Iran
(che fanno più rumore che danni) e del proprio corpo. A ciò si
aggiunge la diplomazia occidentale guidata dall’America che, con il
suo atteggiamento sempre giustificativo a favore d’Israele anche
quando commette atti disumani come il bombardamento di abitazioni
civili e l’omicidio di politici palestinesi, non lavora certo per
la pace.
Che
cumulo di falsità e di calunnie! L’alleanza
con gli USA non c’è sempre stata, è relativamente recente.Delle
alleanze di tutti i Paesi arabi con URSS e relativi armamenti e poi
con USA ecc. e dei finanziamenti petroliferi ecc. e delle politiche
filoarabe della maggior parte dei Paesi del mondo soprattutto per
petrolio e mercato, e quindi anti-israeliane cosa ne facciamo?E
delle politiche storicamente filoarabe e antisioniste del Foreign
Office e del Dipartimento di Stato cosa ne facciamo? I
missili anche di pochi km di gettata cadono su cittadine, villaggi
scuole e civili israeliani: per questo fanno meno male? E gli ultimi
che hanno 40-70 km di gittata e cadono su Tel Aviv e arrivano fino a
Gerusalemme non colpiscono i civili? Questi non si chiamano crimini
di guerra? E quelli che cadevano in Galilea fino a Haifa andavano
bene? Ah,
già, si sa, ma loro sono poverini, sparano a casaccio, quindi
sbagliano; se centrano e uccidono e dilaniano civili si tratta di
grossolani colpi di fortuna. Invece gli israeliani, questi cattivoni,
loro sono precisi, esperti, addestrati, tecnologizzati, quindi,
sebbene facciano di tutto per mirare a obiettivi precisi (lanciatori
di missili, capi terroristi ecc.), evitando i civili al punto di
rinunciare spesso all’operazione per non colpire gli inermi
innocenti, se incideltalmente colpiscono civili sono appunto
criminali e dàgli coi crimini di guerra, che neanche i nazisti, si
sa...
Circondata
da mura alte 10 metri, controllata dal mare dalle navi da guerra e
dal cielo dai satelliti spia a sostegno di un rigido embargo esteso
anche ai prodotti di prima necessità che impedisce perfino il
transito degli aiuti umanitari, la striscia di Gaza è stata
trasformata dagli israeliani nel più grande campo di concentramento
che la storia ricordi. Sfido chiunque a resistere in quelle
condizioni senza farsi saltare i nervi e vorrei vedere una qualsiasi
persona assistere alla morte del proprio figlio per la mancanza di
medicinali o sopravvivere senza elettricità e con l'acqua razionata
senza provare odio e meditare vendetta verso gli artefici di questa
ingiustizia(2).
Tutte
palle.1.
prima della 1a intifada non c’era nessuna barriera intorno a Gaza:
si andava dappertutto e anche i gazani lavoravano nei kibbutzìm o
anche in Israele, regolarmente retribuiti con paghe sindacalizzate;
lo stesso dagli altri territori. Perché è stata/sono state
costruite le barriere difensive (adesso anche nel Sinai con
l’Egitto)? Semplice: perché se tu passi il tempo a venire nel mio
territorio a farti saltare in aria e a fare attentati, io mi difendo.
Così c’era un tempo in cui si andava in aeroporto col biglietto,
si presentava e si partiva; adesso si fanno controlli; chissà
perché?! 2.
Israele non ha fatto mai mancare nessun tipo di rifornimenti a Gaza:
l’unico controllo e merci vietate sono i materiali utili a
fabbricare armi e espolisivi. Da Israele transitano circa 300 camion
al giorno; quando dicono che “chiudono” i valichi, vuol dire che
ne passano 150. 3.
Dalla frontiera di Rafiah con l’Egitto passa di tutto: anche e
soprattutto armi, droga, tratta delle bianche, prostitute, profughi e
disperati africani in cerca di lavoro (gente masochista, che vuole
venire in questo paese tirannico, razzista appunto ecc.). Il tutto
nell’indifferenza delle truppe ONU e in particolare EU, da noi
contribuenti lautamente pagate per non far niente.4.
Israele è un caso unico al mondo in cui, mentre l’esercito
interviene a Gaza per elimiare armi e terroristi, continua a erogare
elettricità, carburante ecc. a Gaza, da cui vengono sparati
centinaia di missili (migliaia all’anno) sui suoi civili inermi e
certo innocenti. Inoltre continua a ricoverare nei suoi ospedali
civili che necessitano di cure specialistiche. Ma perché questi
poveracci non spendono un po’ dei miliardi di dollari americani,
sauditi ecc. e di euri europei ecc. per costruire qualche buon
ospedale ecc.? forse perché non hanno tempo, impegnati come sono a
armarsi per annientare l’entità sionista? Boh?
Il
fine ultimo degli israeliani è quello di costringere i palestinesi
ad abbandonare la loro terra per realizzare il sogno biblico della
"Grande Israele", come preconizzato dal fondatore del
movimento sionista Theodor Herzl e confermato dal padre della Patria
David Ben Gurion che, in un discorso del 1937, dichiarò senza mezzi
termini: «Noi dobbiamo espellere gli arabi e prenderci i loro
posti». Non a caso Israele è l’unico Paese al mondo che si
rifiuta di definire formalmente i suoi confini.
Tutte
palle. Ben Gurion non l’ha mai detto e non era la sua politica.
Herzl era laico e liberal e antireligioso. Ben Gurion accettò la
micro-Israele, come già spiegato sopra, cioè la 181 ONU. Tradotto:
la metà di un terzo non della Grande Israele, ma del territorio
della Palestina S. Remo 1920. Sono gli arabi che hanno rifiutato e
non hanno mai accettato né riconosciuto il diritto del popolo
ebraico al suo Stato nella sua terra, neppure in dimensioni micro.Perché
bisognerebbe capire che nell’Islam la terra conquistata è Dar
el-Salàm, è islamica, per sempre; anche la Spagna, anche la Sicilia
ecc. E non importa se, provvisoriamente, non vi sono più mussulmani.
Sempre islamica è. Anche il globo terrestre dovrà essere
islamizzato, perché questa è la missione dell’Islam: condurre
tutto il genere umano alla conversione alla vera fede. Svegliatevi,
genti, sveglia!
_______________________________________________________________________
Per
finire vorrei porre alcune questioni (quello che segue è scritto da Davide Nizza).
1.
Vogliamo parlare dello schieramento arabo-mussulmano a favore del
nazismo e in particolare del Mufti di Gerusalemme Haj Amin Al
Husseini, che, oltre a fare propaganda in arabo a Radio Berlino,
contribuì al reclutamento di circa 1-200.000 Waffen SS nei Balcani? 2.
Laddove i sionisti (e naturalmente tanti ebrei) si arruolarono
volontari nella Brigata Palestinese e combatterono con l’VIII
Armata in Italia contro i nazifascisti.
3.
Che cosa ne facciamo dei TRE NO di Khartum? Non ne parla più
nessuno, ma non sono mai decaduti. 4.
Qualcuno ha letto la Carta dell’OLP, tuttora in vigore?
Vi si
parla della distruzione dell’Entità Sionista con tutti i mezzi
ecc. Dunque è normale che un PM israeliano si sieda al tavolo delle
trattative con uno che non riconosce il suo diritto all’esistenza?
Ah, già, dimenticavo, il problema non si pone: infatti Abu Mazen non
si siede a nessun tipo di questo benedetto tavolo. 5. A
proposito: come deve comportarsi un leader israeliano nei cfr. di Abu
Mazen, in quanto autore di una tesi di laurea negazionista della
Shoàh, mai ritrattata? Ah, prevedo la risposta: ma bisogna capirli,
sono dei poverini, poveretti, bisogna fare delle concessioni, meglio
se dolorose, ecc. ecc. ecc.
6. E
della Carta di Hamas? Leggere, leggere, molto istruttivo:
7.
Gaza. Quando nel 2005 gli israeliani attuarono il ritiro unilaterale
da Gaza, smantellarono vase, sinagoghe e furono traslate le salme dai
cimiteri, ben sapendo che sarebbero stati profanati, come infatti
puntualmente avvenne. Ma lasciarono gli impianti e le serre,
strutture del valore di centinaia di milioni di euro; v.:
Subito
dopo i gazani hanno bruciato tutto.
8. A
proposito: ma perché i palestinesi non possono produrre? I
sionisti/ebrei/israeliani da quasi cent’anni fanno fiorire il
deserto, loro sono dei minus habens? Non sono esseri normali come
tutti i cittadini del mondo? Ah, già, dimenticavo: gli ebri sono
demo-pluto, tutti ricchi banchieri sfruttatori del genere umano,
bolscevichi, hanno ucciso Gesù, ecc. ecc. ecc.; i palestinesi sono
vittime... 9.
Gaza è un lager a cielo aperto ecc. Allora come è possibile che in
meno di 30 anni gli abitanti siano passati da circa 900.000 a più di
un milione e mezzo? Ah, già, si capisce: sono i cattivi sionisti
razzisti che li deportano... (N. B. circa il 90% dei gazani sono
beduini).10.
Gaza: andare a vedere su Youtube, fonti locali: come vivono, palazzi,
mercati, scuole, luci, risoranti (digitare p. es. Gaza Park, Gaza
restaurant Roots), alberghi di lusso. Vedere per credere! 11.
Perché noi contribuenti paghiamo 2 Agenzie Profughi dell’ONU?
a.
una si chiama UNHCR; è per tutti:
b.
l’altra si chiama UNRWA:
e di
chi si occupa? INDOVINATO! Dei poveri Palestinesi. Giusto, no?
Miracolo demografico: in una sessantina d’anni si sono moltiplicati
da 650 o 900 mila a presunti quasi 5 milioni (dati loro) e
continuano, perché hanno il privilegio di trasmettere il loro status
quo di profughi di generazione in generazione in saecula saeculorum.
Quindi, fra l’altro, perché dovrebbero lavorare? Tanto c’è chi
li mantiene... Sarà forse che il loro sangue è più rosso (o blu)
dei circa 100 milioni di poveri rifugiati dell’ultimo mezzo secolo
nel mondo?
Nessun commento:
Posta un commento