domenica 18 novembre 2012
La
mia amica Ruthie che vive al centro di Gerusalemme credeva che fosse la
sirena che annuncia l'ingresso di Shabbat, quando la gente si sorride,
augura Shabbat Shalom, popolo di Israele, un sabato di pace. Invece era
la sirena che annuncia l'arrivo di un missile, chissà in che punto,
chissà che cosa, chi colpirà, corri, hai quindici secondi per trovare un
tetto di cemento. Ruthie ha capito dopo un po' che quella sirena era
troppo lunga, troppo ululante, e che lei era troppo lontana da un
rifugio, così si è accucciata sotto le scale come consiglia la radio.
L'ultima volta che Gerusalemme è stata colpita, nel 1990, i palestinesi
sui tetti, nonostante i loro fratelli vivano in una parte di
Gerusalemme, invitavano Saddam Hussein a colpire. Adesso si odono spari e
botti di gioia da Gerusalemme est perché gli ebrei vengono colpiti.È dalla fondazione dello Stato che a causa di un odio tetragono,
religioso, e anche di una irresponsabile incomprensione da parte
occidentale delle ragioni di Israele, che esso combatte assalitori pieni
d'odio da ogni parte. Difficile spiegarsi perché il mondo non capisca.
Non si dica che la situazione è complessa; essa è invece semplicissima, e
solo la malafede può impedire di elencare cronologicamente la
successione degli eventi: centinaia di missili da Gaza, due milioni di
persone sotto il fuoco, una reazione di difesa che qualunque Paese
avrebbe doverosamente avuto. Adesso una parte sola ha in mano le chiavi
della pace, ed è Hamas: se cessasse il lancio, Israele non continuerebbe
neppure per un minuto a bombardare i covi dei terroristi, i depositi di
missili e le gallerie, molti posti in zone abitate. Ma neppure durante
la visita di ieri del primo ministro egiziano Isham Kandil, mentre
Haniyeh usciva tranquillo in strada, Hamas ha smesso di lanciare missili
a valanga, e questo mentre Israele si asteneva da attacchi durante
l'incontro. Israele non ha in programma, come Hamas, di distruggere il
nemico, né tantomeno di provocare l'Egitto, mentre Hamas ne ha tutto
l'interesse. Fu lo Stato ebraico a sgomberare Gaza; ha a cuore la vita e
la salute di ciascuno dei suoi cittadini, non vuole vedere soldati
feriti o morti, né bambini colpiti fra i suoi o fra quelli di Gaza.
Hamas invece vuole distruggere Israele e indottrina i suoi perché
divengano shahid, martiri della guerra santa, non tenendone in conto la
vita e il benessere, mescolando i combattenti con i civili così da
creare incidenti per cui Israele venga biasimata. Ci vuole una laurea a
capire queste semplici verità?Shabbat shalom Israele. La giornata di ieri è stata piena di simboli,
il mondo islamico gode che lo speaker della radio, che interrompe
continuamente i programmi per dire tzeva adom colore rosso, allarme,
correte ai rifugi, elenchi con finta flemma i nomi di Gerusalemme e di
Tel Aviv fra gli altri sotto il fuoco. A Gerusalemme la santa, così, la
sirena si confonde con l'entrata del giorno santo: che altro può fare? E
a Tel Aviv di venerdì, nel week end, vogliamo scherzare? Il missile
vola da Gaza, ma tu siedi in un caffè e comincia il riposo; gli amici si
affollano intorno ai tavolini carichi di bevande sotto il sole. Dov'è
il rifugio, dove potrà proteggersi dall'attacco il cuore gaudente di
Israele? La sirena suona, i bambini le fanno il verso mentre le madri li
riacchiappano e cercano di trascinarli in un rifugio, Sderot, Ashdod,
Ashkelon, Bersheeba, le città regolarmente colpite, province poco
interessanti, sono ora unite a Gerusalemme e a Tel Aviv nella
costrizione a guardare il cielo infuocato.F.Nirenstein, http://www.ilgiornale.it/
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