mercoledì 7 novembre 2012
Tea for Two - "Quel ragazzo
fiero di essere impuro"
Ho sempre pensato a Primo
Levi con una sorta di timore reverenziale. Un senso di colpa non
indifferente che faceva capolino ogni volta. Mi sentivo additata come
una giovane viziata che vive nelle mollezze della sua 'tiepida casa'.
Levi, un giudice supremo serio e ferito, sofferto, sgualcito eppure
così dignitoso. Leggendo Il sistema periodico si attraversa lo specchio
magico e si approda in una diversa dimensione, lontana dall'immagine
stilizzata del testimone che noi tutti conosciamo. Si parte alla
scoperta dell'uomo. Alla scoperta di un ragazzo che muove i primi
passi, timido, impacciato. Chi avrebbe mai pensato alla scena di Primo
che rimugina sulle ragazze e non osa farsi avanti? Un libro ricco di
riflessioni ironiche e amare da bravo piemontese. Ogni storia prende il
titolo dalla tavola periodica, ogni storia come una pietra preziosa
incastonata in un diadema. Da Argon e la descrizione della famiglia
ebraica piena di personaggi fuori di zucca alle passeggiate in
montagna, gli amici e la chimica, amica fidata e un po' capricciosa.
Sono bastate le prime pagine per amare quel ragazzo, per volerlo
guardare negli occhi oltre i suoi occhiali spessi. Quel ragazzo fiero
di essere impuro: "... Se ne potevano trarre due conseguenze
filosofiche tra loro contrastanti: l'elogio della purezza, che protegge
dal male come un usbergo; l'elogio dell'impurezza, che dà adito ai
mutamenti, cioè alla vita. Perché la ruota giri perché la vita viva, ci
vogliono le impurezze: anche nel terreno, come è noto, se ha da essere
fertile. Ci vuole il dissenso, il diverso, il grano di sale e di
senape." Come si può non amare questo uomo? Con Il sistema periodico
l'occhio oggettivo cede il posto, ci si immerge in un marasma di
sentimenti, di piccoli pensieri luminosi, di serenate alla
vita. E a proposito di vita, la sua torna con l'amore per la
moglie Lucia Morpurgo, alla quale dedicherà: "...E quando, davanti alla
morte/ Ho gridato no da ogni fibra,/ Che non avevo ancora finito,/ Che
troppo ancora dovevo fare,/ Sono tornato perché c'eri tu." Meditiamo,
perché questo è un uomo. Rachel
Silvera, studentessa – http://www.moked.it/
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