giovedì 6 dicembre 2012
Le due favole
Immaginiamo
che qualcuno ci racconti la seguente favola: C’è una cena di
parentado, in occasione della quale tutti i partecipanti decidono di
escludere dall’incontro un parente povero, ritenuto indesiderato in
ragione della sua indigenza. Il poveretto chiede di essere ammesso al
convivio, dicendosi anche disposto a cenare da solo in un angolino,
in cucina, senza dare fastidio a nessuno. E immaginiamo che, alla
fine della favola, ci si chieda: “tu lo faresti entrare?”.
Bisognerebbe essere davvero cattivi per dire di no.Ma
immaginiamo di ascoltare quest’altra favola.Un
giorno lontano, a una cena di parentado furono invitati due cugini.
Uno dei due (chiamiamolo “il bianco”) accettò l’invito, tutto
contento, ma l’altro (chiamiamolo “il nero”) disse: “no, se
viene quello io non ci vengo”. Dato, però, che il bianco fu
comunque invitato e ci andò, il nero sfogò la sua rabbia cercando
di uccidere, in tutti i modi possibili, il rivale, ingaggiando, a tal
scopo, i peggiori assassini disponibili a farlo. Tentativi reiterati
un’infinità di volte, per ben 65 anni di fila, durante i quali
l’odio per il cugino risulta essere sempre cresciuto, fino a
raggiungere livelli assolutamente parossistici. A un certo punto, il
nero chiede di essere invitato anche lui a una nuova cena parentale.
Il bianco, sommessamente, gli chiede: “scusa, cugino, ma allora hai
superato il vecchio pregiudizio verso la mia presenza? Possiamo
starci tutte e due? O, per caso, vieni per provare, ancora una volta,
a farmi la pelle?”. E il nero risponde, digrignando i denti: “zitto
tu, maledetto, e non ti permettere di rivolgermi mai la parola, per
nessun motivo!”. Alla fine della favola, la stessa domanda di
prima: “lo faresti entrare?”. Bisognerebbe essere davvero cattivi
per dire di sì.Morale.Chi
legge la vicenda del recente voto ONU come la prima favola (“c’è
un popolo povero e reietto, che desidererebbe essere ammesso anche
lui nella comunità delle nazioni, sia pure solo come semplice
osservatore: lo facciamo entrare?”), e si dichiara amante della
pace e del dialogo, fa bene a essere compiaciuto dell’esito.Chi
interpreta invece l’accaduto piuttosto nel senso della seconda
favola, e condivide l’idea che “il bianco” sia eliminato (o,
almeno, riceva qualche buona bastonatura), fa bene, anch’egli, a
essere soddisfatto.Ma
chi non crede alla prima favola, e, ciò nonostante, saluta con
soddisfazione la risoluzione ONU, ritenendola favorevole, in
prospettiva, agli interessi di entrambi i cugini, non si rende
pienamente conto, forse, di cosa sia realmente accaduto.Francesco
Lucrezi, storico http://www.moked.it/
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