giovedì 6 dicembre 2012


Qui Bari - Cesare Mieli, caduto per l'Italia, testimone di paceIl Sacrario militare si inchina alle regole di sepoltura ebraica

“Che il ricordo dei caduti ci aiuti a costruire una società migliore fondato sul rispetto, la giustizia e la pace”. Le parole del rabbino capo di Roma rav Riccardo Di Segni, solennemente trascritte sul libro degli ospiti, danno il senso di un cerchio di memoria sul contributo ebraico alla costruzione di un'Italia libera e democratica, un impegno spesso profuso a prezzo del sangue, che si è idealmente chiuso questa mattina a Bari, al sacrario militare che commemora i caduti d'Oltremare, con la traslazione dei resti di Cesare Mieli – morto in divisa nel 1918, poco più che 30enne, in Albania – dal loculo dove erano ospitati all'apposita area fatta realizzare nel parco conformemente alla prescrizione ebraica che vieta forme di sepoltura a muro. La traslazione è stata autorizzata in seguito all'accoglimento della richiesta da parte del ministero della Difesa (Commissariato generale onoranze caduti di guerra) e con il sostegno dell'Onorcaduti di Roma nelle figure, tra gli altri, del generale corpo d'armata Barbato, del colonnello D'Andrea e del tenente colonnello Scarpone. “Onorando la figura di Cesare Mieli onoriamo la figura di tutti gli italiani. Mai potrà venir meno la riconoscenza e la doverosa ammirazione – ha affermato il tenente colonnello Donato Marasco, direttore del sacrario – verso tutti coloro che hanno donato la vita per la patria. Gli ebrei che hanno servito il paese in divisa sono stati moltissimi”. Ad assistere alla cerimonia, apertasi con la recitazione di alcuni salmi, discendenti di Mieli giunti da Roma fino alla quarta generazione, un gruppo di ebrei pugliesi e varie autorità militari tra cui il capo di Stato maggiore del comando della Regione Puglia, colonnello Giuseppe Maria Giovanni Tricarico.Adam Smulevich - moked.it

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