In Israele vince la voglia di vivere un Paese normale
Poco prima che ieri sera incominciassero a uscire i dati,
l'amministrazione americana ricordava che il suo approccio al processo
di pace non sarebbe cambiato, quale fosse stato il voto in Israele:
destra o sinistra a Gerusalemme, gli Stati Uniti insisteranno per una
soluzione che preveda la nascita di uno Stato palestinese. Lo avevano
detto anche gli inglesi nel pomeriggio e continua a pensarlo qualsiasi
governo o organizzazione internazionale coinvolta nel problema.Ma ieri gli israeliani non hanno votato pensando alle preoccupazioni
del mondo in questa regione: o quanto meno la maggioranza non lo ha
fatto. Per loro la questione fondamentale andando al voto era sociale ed
economica: quali riforme fare e con chi, per una società più aperta e
anche più uguale. L'ipotesi di una coalizione di destra e di centro,
cioè con il partito-sorpresa di queste elezioni, Yesh Atid di Yair
Lapid, un personaggio abbastanza nuovo sulla scena politica, potrebbe
rispondere a queste richieste sociali.Tendiamo a stupirci quando in Israele la gente vota come nel resto
del mondo, pensando al salario e alla pensione; ci sembra incredibile
che anche gli israeliani possano restare vittime di un incidente
stradale. Pensiamo sempre che il Paese non possa mai uscire dalla
condizione di straordinarietà nella quale, spesso, si pone con le sue
stesse mani.Ma la questione che interessa la comunità internazionale
rimane. L'alleato americano, gli europei, gli arabi e il resto della
comunità internazionale chiederanno a Israele di dare delle risposte
sulla trattativa con i palestinesi. Anche gli arabi hanno delle
responsabilità per questo stallo ma Barack Obama ha detto chiaramente di
ritenere sia Netanyahu il primo colpevole. Le alternative "creative" che il voto di ieri sera offre – la
prevista coalizione Likud-estrema destra o una può moderata con Lapid -
offrono solo risposte al problema economico di Israele. Per la
maggioranza del Paese, la questione palestinese non viene percepita come
un problema: durante la campagna è stata un tema marginale del
dibattito elettorale. Tzipi Livni che l'aveva invece sollevata con
insistenza, ha ottenuto solo 7 posti alla Knesset. Nel 2009, ancora alla
guida di Kadima, aveva vinto le elezioni con 28 seggi, uno più del
Likdud, ma le mancavano i numeri per formare una coalizione di
centro-sinistra. Ora, con il suo nuovo piccolo partito, rischia di
restare fuori dalla Knesset.Matematicamente il voto di ieri sera dice che potrebbe essere
possibile anche una grande coalizione dal Likud, al centro, fino ai
laburisti. E' quello che gli Stati Uniti e la comunità internazionale
vorrebbero vedere. Ma al momento non è niente più di un sogno.http://www.ilsole24ore.com/
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