martedì 29 gennaio 2013
Israele: e' allarme rosso su arsenali chimici in Siria
(ANSAmed) - TEL AVIV, 28 GEN - Allarme rosso in Israele per
la minaccia degli arsenali chimici della Siria, ed in
particolare il pericolo che essi possano cadere nelle mani degli
Hezbollah libanesi o di gruppi ribelli legati ad al-Qaida.
Mercoledì, il giorno dopo le elezioni politiche, il premier
Benyamin Netanyahu ha convocato una consultazione urgente. Il
ministro della Difesa Ehud Barak ha interrotto la sua
partecipazione al vertice economico di Davos (Svizzera) e ha
fatto rientro in patria. Subito dopo, nel nord di Israele è
stato elevato il livello di allerta e alla periferia di Haifa è
stata installata una batteria di difesa aerea 'Iron Dome',
Cupola di ferro.In parallelo è cresciuta l'attività diplomatica volta a
circoscrivere la crisi siriana. Netanyahu ha incontrato a due
riprese l'ambasciatore degli Stati Uniti Dan Shapiro e ha
ricevuto una delegazione di parlamentari statunitensi: la
questione siriana ha dominato l'agenda degli incontri. Al tempo
stesso il Consigliere per la sicurezza nazionale di Israele,
Yaakov Amidror, è stato inviato in Russia.Secondo la stampa israeliana, la Siria dispone di arsenali
chimici immensi: Maariv parla di mille tonnellate. Altri
indicano quantità minori, ma sempre molto consistenti. Per il
momento, ha affermato il generale Amos Ghilad (un consigliere di
Barak) quelle armi sono ancora sotto il controllo del regime di
Bashar Assad. Ma in Siria, avverte, "c'é una eruzione vulcanica"
che può alterare la situazione in ogni momento.Il sito web Ynet ha affermato da parte sua che gli Hezbollah
hanno eretto proprie installazioni in prossimità di basi siriane
dove sono custodite armi chimiche: uno sviluppo che desta
preoccupazione in Israele. Che va inoltre ad aggiungersi al
timore che raggiungano gli Hezbollah anche moderne armi siriane:
fra cui missili terra-mare capaci di colpire il porto di Haifa,
i pozzi di ricerca di gas naturale nel Mediterraneo ed alcune
linee di navigazione israeliane. I timori di Israele sono
condivisi, a quanto risulta, da altri Paesi della regione: fra
questi Turchia e Giordania, che seguono gli sviluppi della
guerra civile siriana in sintonia con gli Stati Uniti.A quanto risulta alla stampa israeliana, esisterebbero piani
di emergenza che prevedono l'ingresso immediato in Siria
(qualora l'esercito di Assad fosse sopraffatto) di migliaia di
militari turchi e giordani incaricati di presidiare gli arsenali
chimici per il tempo necessario a consentire l'arrivo di esperti
internazionali. Costoro dovrebbero provvedere poi alla loro
rimozione e distruzione. Scenari comunque ricchi di mille
incognite, che tolgono il sonno ai responsabili israeliani della
sicurezza.
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