lunedì 14 gennaio 2013
Era una notte buia e
tempestosa quindi, seguendo l'esempio del mio life coach Snoopy, decisi di
scrivere. Un tea for two precisamente. Indossai i miei orecchini migliori,
perché un po' di glamorous ci vuole sempre, anche quando ai piedi hai delle
pantofole con gli animali della fattoria stilizzati. Abbandonai poi il passato
remoto perché rende il periodare un po' indigesto. Si pone a questo punto una
scelta: quale tema trattare? Potrei incagliarmi in una lunga descrizione della
mia vita, avallando un egocentrismo fin troppo praticato. Ohh dacci un taglio,
non sei mica Kate in dolce attesa o Fabrizio Corona single. Scartata questa
ipotesi comincio a dare una occhiata alla mia libreria, frutto di pomeriggi di
shopping onnivoro e 'carte più' strisciate per racimolare qualche misero
sconto. Krauss, Segal, Safran Foer, Tammuz, Gombrich, Richler: c'è da dire che
l'ebraismo ha un tantino deviato i miei acquisti. Forse potrei scrivere di
loro, del nostro incontro nella fioca luce dell'abat-jour, della commozione nel
ritrovarmi descritta in una forma migliore, del ballare con le parole, scoprire
il ritmo segreto che le governa e che dopo averle fatte danzare nella testa del
lettore le fa tornare tutte magicamente al loro posto. Ma sicuramente c'è chi
può farlo meglio di me. E in terza pagina. A questo punto non resta che tornare
al tema ben noto, da sempre il porto sicuro: i sentimenti. Appiccicaticci,
melensi, stillanti zucchero fuso. Sarebbe carino parlare di come in piena
campagna elettorale è uscito allo scoperto l'amore tra la giornalista
israeliana (un vero osso duro) Geula Even e il ministro Gideon Sa'ar. Lei
davvero un bel tipetto, lui con la tipica faccia da politico 'sono un bravo
ragazzo che piace tanto alle mamme'. Davvero i lettori si perderanno nelle
pieghe di questo love affair sabra style? Ecco allora l'ultima possibiltà:
interagire con gli altri columnist, arrabbiarmi per qualcosa, iniziare un
reality virtuale, effettivamente una delle dinamiche più calde e intelligenti
di questo portale. "Francesca Matalon smettila di prodigarti per gli
antichi, io studentessa di lettere moderne faccio parte del team romaniticherie
ottocentesche, nevrosi del novecento". Mmm ma forse questo dibattito è un
tantino datato. Non resta che la solita vecchia tattica: accendere il
portatile, indossare gli orecchini mgliori (al momento un paio brillantinosi,
dopo la tragica perdita di quelli a forma di biscotto) e buttarsi. Tuffarsi di
testa in un vortice di parole, di pensieri intricati, di letture sabbatiche.
Improvvisare e sperare di sfangarla almeno questa volta. Perché niente amo di
più di una pagina bianca, due mani che corrono sulla tastiera e la
consapevolezza di non sapere assolutamente dove andranno a finire.Rachel Silvera, studentessa – http://moked.it/blog/
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