Rossella Tercatin twitter @rtercatinmoked,http://www.moked.it/
lunedì 14 gennaio 2013
Una nuova prima
volta per Israele
L’esclusione de La
Sposa promessa dalla corsa alle nomination all’Oscar qualche settimana
fa aveva lasciato un po’ delusi (d’altro canto è vero che tra il 2008 e
il 2012 sono stati quattro i film nella cinquina finalista, facendo
dello Stato ebraico il paese più rappresentato degli ultimi cinque
anni). Ma dopo l’annuncio delle pellicole che si contenderanno la
statuetta più ambita il prossimo 24 febbraio a Los Angeles, la
cinematografia israeliana può festeggiare un nuovo traguardo: sono ben
due i suoi rappresentanti tra i cinque selezionati per la categoria
documentari, The Gatekeepers e 5 Broken Cameras.Entrambi sono rivolti ad approfondire aspetti del confitto
israelo-palestinese. The Gatekeepers (nell'immagine), diretto da Dror
Moreh, presenta
un intenso colloquio con i sei uomini che negli ultimi trent’anni hanno
guidato lo Shin Bet, l’agenzia di intelligence che ha l’incarico di
difendere lo Stato ebraico dalle minacce terroristiche. 5 Broken
Cameras racconta invece la storia di un videoamatore palestinese che
documenta le tensioni tra gli abitanti del suo villaggio in
Cisgiordania e gli israeliani che si occupano della costruzione della
barriera difensiva (due i registi, l’israeliano Guy Davidi e il
palestinese Emat Burnat).La stampa israeliana fa poi notare che sono tante le nomination in
salsa Jewish per la corsa agli Oscar 2013 a cominciare da Stephen
Spielberg, con il suo Lincoln che ha ricevuto 12 nomination, tra cui
quella per la miglior sceneggiatura, realizzata dal commediografo ebreo
Tony Kushner, già vincitore del Pulitzer for Drama nel 1993, fino a due
concorrenti della categoria miglior attore, Joaquin Phoenix con The
Master e Alan Arkin con Argo.
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