domenica 17 febbraio 2013
L’Europa non è un “caso perso”
Di Raanan Eliaz,http://www.israele.net/
Fra molti israeliani e amici di Israele circola la convinzione che
l’Europa sia quasi o del tutto "persa". A riprova di questa impressione
viene portata una sequela di argomenti. Così, agli antichi e consolidati
rapporti commerciali dell’Europa con i paesi arabi si aggiungono ora la
massiccia immigrazione dai paesi musulmani e gli elevati tassi di
natalità delle comunità islamiche immigrate in Europa. Ricerche
sull'opinione pubblica europea riscontrano una diffusa ostilità verso la
politica israeliana rispetto ai palestinesi e avversione verso la
leadership del paese. Atteggiamenti e pregiudizi antisemiti persistono
in molti paesi europei e in alcuni casi sono addirittura in crescita,
mentre emerge una preoccupante insofferenza verso la memoria della Shoà.
Il tutto aggravato da un cambio generazionale e da un'inclinazione
verso posizioni “pacifiste-terzomondiste” in un certo numero di paesi
che hanno visto la salita al governo di leader politici i cui legami con
Israele sono più deboli di quelli dei loro predecessori.Questa teoria che l’Europa è un caso perso scoraggia gli amici di
Israele dall'agire, in Europa e altrove, e riduce le risorse
internazionali messe a disposizione per attività di amicizia verso
Israele in Europa. Ma è una teoria fondata? È poi vero che le relazioni
d’Israele con i paesi europei sono in declino?In realtà vi sono molte prove che i rapporti di Israele con l’Europa
sono in crescita, e non in calo. È nel giugno 2000 che l’Unione Europea
ha firmato il suo primo Accordo di Associazione con Israele. Nel 2005 ha
adottato il primo Piano d’Azione Ue-Israele per l’allargamento delle
relazioni. E solo l’anno scorso, nel luglio 2012, l’Unione Europea ha
approvato misure senza precedenti per promuovere le relazioni Ue-Israele
in sessanta ambiti di politica commerciale e diplomatica, tra cui: un
maggiore accesso al mercato unico europeo, una più stretta cooperazione
in materia di trasporti ed energia, legami più intensi con nove agenzie
dell’Unione Europea. Nell’ottobre 2012, contro la rumorosa opposizione
dei rappresentanti del movimento per il boicottaggio anti-israeliano, il
Parlamento Europeo ha ratificato, con 379 voti contro 230, un
fondamentale accordo quadro sui prodotti industriali israeliani. E solo
due mesi fa, nel dicembre 2012, un portavoce della Ue ha nuovamente
smentito che l’Europa abbia intenzione di imporre sanzioni economiche
contro Israele. “L’Unione Europea – ha dichiarato – rimane contraria a
questi boicottaggi, compreso il boicottaggio dei prodotti degli
insediamenti”.Non basta. L’Unione Europea sta adottando misure sempre più severe
contro l’Iran, il nemico numero uno d’Israele. Nel luglio 2010 il
Consiglio Europeo ha messo al bando gli investimenti in gas e petrolio
iraniano e l’assistenza finanziaria al governo iraniano, e ha imposto un
embargo totale sugli acquisti iraniani di merci e tecnologia “a doppio
uso” (civile/militare). Nel maggio 2011 il Consiglio Europeo ha aggiunto
cento aziende iraniane alla lista dell’embargo. Nel gennaio 2012 ha
totalmente vietato l’importazione in Europa di greggio, prodotti
petroliferi e prodotti petrolchimici iraniani. Nell'ottobre 2012 ha
messo al bando l’importazione di gas naturale iraniano, ha posto sotto
embargo attrezzature navali e tecnologia per la costruzione di navi, ha
proibito la costruzione di nuove petroliere per l’Iran e ha limitato le
possibilità delle istituzioni europee di trattare con banche iraniane e
altri enti finanziari al di fuori dell’Iran.Anche il rapporto speciale d’Israele con la Nato continua a migliorare, a
partire dall'accordo di sicurezza Israele-Nato firmato nel 2001 e dal
Programma di Cooperazione Individuale con Israele del 2006, ratificato
nel 2008. Cresce la cooperazione fra servizi di sicurezza israeliani e
della Nato nell’anti-terrorismo, nell’intelligence, nelle esercitazioni
congiunte, nella cooperazione contro la proliferazione nucleare, nello
sviluppo di armi e nella connessione elettronica di Israele col sistema
Nato. Oggi in Israele vengono applicati i codici d’inventario Nato,
aprendo così la strada all’inter-operatività militare futura. Israele
partecipa all'operazione Nato “Active Endeavour” contribuendo ad
individuare, dissuadere e sventare attività terroristiche e a migliorare
la sicurezza dell’industria dei trasporti nella ragione. Nel 2012
Israele ha anche condotto esercitazioni militari insieme a Grecia,
Polonia e Italia.L’Europa mantiene l’ostracismo verso Hamas e si sta muovendo verso
sanzioni contro Hezbollah. La maggior parte dei governi europei ha
mostrato di capire la situazione in cui si trovava Israele quando ha
dovuto reagire, nel novembre 2012, ai continui lanci di razzi dalla
striscia di Gaza.Sempre più spesso gli amici d’Israele in Europa prendono apertamente
posizione e si impegnano in efficaci attività politiche nei principali
paesi europei. La teoria che l’Europa è persa o che si è già trasformata
in “eurabia” non fa che frenare questi sforzi. Getta i potenziali
attivisti nella costernazione e offre a potenziali filantropi un alibi
per non contribuire.L’Europa non è “persa”. Sì, vi sono problemi, ma vi sono anche
opportunità. Esistono le basi su cui costruire, e il futuro non
appartiene a coloro che accumulano elenchi di difficoltà presumibilmente
insormontabili, ma a coloro che vedono le potenzialità e agiscono per
costruire un futuro migliore.(Times of Israel, 7.2.13)
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