L'Iran: ritorsioni contro Israele
Un bombardamento per tre conflitti. Israele resta in silenzio. Lo ha
sempre fatto nei casi che riguardano la sua sicurezza: le missioni
aeree, l'eliminazione all'estero dei nemici, l'arsenale nucleare. Anche
se saltano fuori prove inoppugnabili, nega. Eppure l'attacco di
mercoledì scorso - che fosse diretto contro un convoglio di missili
terra-aria sulla via del Libano come sostiene Washington, oppure contro
un centro di ricerca militare come accusa Damasco - potrebbe imprimere
alla crisi siriana brusche e pericolose accelerazioni. Mentre Mosca
definisce il raid israeliano «inaccettabile», Teheran minaccia «gravi
conseguenze per Tel Aviv», e la Siria agita la prospettiva di una
risposta a sorpresa «all'aggressione degli aerei da guerra di Israele».
Dal Libano i militanti di Hezbollah si schierano a fianco del loro
alleato, il presidente Bashar Assad, Damasco presenta una protesta
formale alle Nazioni Unite.Israele non si è mai posto il problema delle conseguenze, quando di
mezzo c'è bitakhon, la sicurezza. I suoi esperti analizzano e prevedono,
naturalmente. Ma l'eliminazione dell'obiettivo individuato resta
l'oggetto primario. Poi lo Stato ebraico e il suo apparato militare si
adattano a quello che accade dopo. Il dopo in questo caso è piuttosto
sfaccettato: l'attacco al convoglio stimola tre conflitti in un colpo
solo.La guerra civile siriana.Subita l'aggressione sul suo territorio, il regime potrebbe avere
interesse a usare Israele per deviare il conflitto interno verso una
nuova guerra santa al sionismo, sempre popolare nel mondo arabo. Ma la
risposta israeliana sarebbe devastante e il gioco altamente rischioso.
La guerra in Siria è così avanti, così radicata nel Paese che le
opposizioni potrebbero trasformare Israele in un alleato tattico contro
Bashar Assad.La guerra civile libanese.Hezbollah vuole rafforzarsi il più possibile, prima che in Siria crolli
il regime alleato. Dopo sarà logisticamente più difficile ricevere le
armi dall'Iran. Il bombardamento israeliano dimostra che già lo è. Ma
interesse della milizia sciita libanese è anche evitare il contagio
siriano in Libano. In questo momento Hezbollah controlla il governo, la
sicurezza, le frontiere a Est con la Siria e a Sud con Israele. La crisi
siriana è un problema anche per questo: il contagio e l'esplosione di
una nuova guerra in Libano, cambierebbe questo stato di grazia. Se
l'Iran è un alleato strategico, ideologico e religioso, Bashar è dopo
tutto sacrificabile.Israele ed Hezbollah.Il conflitto alla frontiera non è finito nell'agosto 2006. È stato solo
congelato da un cessate il fuoco, garantito dai caschi blu dell'Unifil.
Coraggiosamente ma inutilmente: se i due nemici decidessero di
riprenderlo, non avrebbero alcun mezzo per dissuaderli. Forse mai come
adesso l'arsenale missilistico di Hezbollah è stato così rifornito. Se
l'altra notte Israele ha colpito è perché probabilmente nel convoglio
c'erano armi contraeree capaci di mettere in discussione la superiorità
strategica inviolata da 40 anni, dalla guerra del Kippur: l'assoluto
controllo israeliano dei cieli. La ripresa del conflitto del 2006 non è
nell'interesse di Hezbollah per le ragioni già riportate rispetto ai
rischi di una nuova guerra civile in Libano. E non sarebbe utile a
Israele, perché ricorderebbe all'intero mondo arabo in agitazione che in
Cisgiordania ci sono sempre delle terre palestinesi occupate. Ma
esattamente per le stesse ragioni, viste da un'altra angolatura
(Hezbollah per dominare il Libano dopo una vittoria e Israele per
approfittare di un mondo arabo distratto dai suoi problemi), potrebbero
decidere che il momento è buono per chiudere i conti.Quest'ultimo conflitto ne sottintende un altro. Il più devastante, fra
Israele e l'Iran con il suo nucleare. Il tempo di finire le elezioni e
Netanyahu aveva già riposto la minaccia di Tehran al primo posto delle
preoccupazioni del governo che formerà. L'Iran non starebbe a guardare
l'assalto israeliano ai fortini hezbollah e Israele non perderebbe
l'occasione di aggirare le reticenze americane e bombardare i siti
nucleari. http://www.ilsole24ore.com/
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