"Lui è tornato"
“Er Ist Wieder Da” ovvero “Lui è tornato”. Chi? Adolph Hitler.Il romanzo di Timur Vermes, dal titolo così inquietante, in realtà è
tutto da ridere. Ma di uno strano sorriso, come dicono alcuni dei
critici.Uscito in Germania nell’autunno del 2012 ( e prossimamente in Italia
per le edizioni Bompiani) “Er Ist Wieder Da” secondo le classifiche di
vendita di Der Speigel, è uno dei libri più venduti in Germania e sta
sollevando un ampio dibattito fra i lettori.La storia è semplice, e peraltro non nuova: Adolph Hitler, come una
bestia che riapre gli occhi dopo il letargo, si risveglia nel 2011. Apre
gli occhi e si ritrova nello stesso quartiere in cui li aveva chiusi il
30 aprile del 1945. Scopre però che non è più la Berlino che
conosceva: niente più svastiche, niente più guerra. Al governo del paese
ora c’è una donna, e ad ogni angolo di strada ci sono lavanderie
gestite da turchi e edicole invase dalla Bild Zeitung. Ingaggiato dai
produttori di uno show televisivo per la sua straordinaria somiglianza
con il Fuhrer, il redivivo Hitler si rivela presto un personaggio
carismatico quanto l’originale, e riesce a conquistare la gente che lo
segue in televisione, sui social networks, su youtube.L’intento dichiarato di Vermes – 45 anni ed ghostwriter di
professione – è abbastanza evidente: mostrare come oggi, media e social
network potrebbero fare da volano a figure raccapriccianti come Adolph
Hitler. E il ritorno delle destre estreme in Germania come nel resto
d’Europa, ne fanno un tema di terribile attualità. Ma se gli scopi sono
plausibili e comprensibili, rimane l’effetto straniante che, a detta dei
critici, la lettura di questo libro provoca. La novità del romanzo di
Vermes infatti non sta tanto nel soggetto e nella trama, quanto
piuttosto nel modo in cui è scritto. Hitler infatti lungo tutto il
romanzo parla in prima persona, non solo: fa lunghi, tediosi, deliranti
monologhi tratti dal Mein Kampf. Di fronte a ciò il rischio, come
scrivono quelli della Süddeutsche Zeitung, è di ridere sì, ma con un riso che rimane in gola, “di ridere non di Hitler, ma con Hitler”.http://www.mosaico-cem.it/
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