venerdì 1 febbraio 2013
Nel diario di Menachem Mendel Selinger c'è
un'espressione che ricorre spesso ed è "Wir sind so weit”, "Siamo così
lontani..." ovvero, “Ci siamo, è arrivato il nostro momento…”. Per molti
della famiglia di Menachem quel "momento" giunse tragicamente nei campi
di sterminio. Per non dimenticare mai Menachem scrisse un diario, fitto
di nomi, di date, di luoghi, di racconti minuziosi che ripercorrono le
vicende degli anni di guerra che insieme alla moglie e alle figlie
trascorse fra il ghetto di Bochnia in Polonia, l'Ungheria, la Romania,
fino al ritorno alla vita in Belgio, nel 1945. Ora la nipote Tania
Beilin ha deciso di dare alle stampe questo straordinario diario.
“Wir sind so weit”, siamo così lontani, c’era scritto sulla cartolina
che Hania gettò dal treno che la stava trasportando dal ghetto di
Bochnia, in Polonia, al campo di Belzec. E “Wir sind so Weit” è anche il
titolo con il quale la prossima primavera uscirà il diario del del
fratello di Hania, Menachem Mendel Selinger. Un diario di dimensioni
quasi monumentali – sei libri, scritti tutti in tedesco, e con molte
foto d’epoca – nel quale Selinger racconta e ricostruisce eventi,
pensieri, riflessioni degli anni che vanno dallo scoppio della guerra
nel 1939 fino alla sua conclusione nel 1945.A curare la pubblicazione di queste 800 pagine di diario è la nipote
di Menachem Selinger, Tania Beilin, che ci ha fatto leggere in anteprima
una parte dell’introduzione che accompagna i tre volumi in uscita per
le edizioni Il Faggio.Menachem, ci racconta Tania, cominciò a scrivere nel 1944, poco dopo
essere riuscito a fuggire da Bochnia, e aver trovato rifugio in
Ungheria. In una Budapest ancora libera, Menachem ripensa e scrive tutto
ciò che ha visto e vissuto dallo scoppio della guerra in poi: racconta
della fuga da Cracovia, degli anni trascorsi nel ghetto, del suo
incarico presso il servizio d’ordine. E racconta tutto con estrema
precisione, con dovizia di particolari, ci spiega Tania Beilin: “cita
nomi, date, luoghi e fatti nei dettagli, al punto che è stato necessario
preparare non solo una cronologia, ma anche un indice dei nomi,
proprio per aiutare il lettore a districarsi in un racconto, che, per
come è strutturato, fatto di continui sbalzi fra passato e presente, è
piuttosto complesso”.Menachem era dotato di uno straordinario spirito d’osservazione – e
senza dubbio di una prodigiosa memoria. In questa sua attenzione ed
osservazione costante per ciò che gli accadeva attorno, Menachem, si
legge nell’introduzione, ”non vedeva solo la sventura sua e della sua
famiglia, ma anche la disperazione dell’intera società ebraica in seno
alla quale viveva”. “La terribile sistematicità dei tedeschi fece sì che
le singole fasi dei loro crimini di massa fossero sempre uguali in
tutti i ghetti polacchi, così che i racconti che ci fornisce acquistano
una valenza universale”.Tra il 1944 e il 1945 Menachem smette la fase del ricordo per
scrivere l’esperienza di ogni giorno – le vicende, i pensieri, le
riflessioni sulla tragedia in atto, che egli vive giorno per giorno da
sopravvissuto. Scrive dell’arrivo dei tedeschi a Budapest, della
necessità, di nuovo, di fuggire, dopo l’Ungheria invasa dai nazisti,
verso la Romania; della due figlie che nel 1945 emigrano finalmente in
Palestina verso la salvezza, mentre lui e la moglie si stabiliscono a
Bruxelles.Ed è proprio a Bruxelles che Menachem riprende in mano i suoi diari, che
li sistema, in un lavoro quasi ossessivo. La morte improvvisa e
prematura di Menachem, nel 1956, ha fatto sì che quei diari rimanessero
per tanti anni ricordo privato delle due figlie e dei nipoti di
Menachem. Oggi dopo quasi settant’anni quei sei libri che custodiscono
la storia personale della famiglia Selinger e quella collettiva
dell’ebraismo polacco ed europeo, giungono al destino per cui forse
furono composti: essere letti, dal più ampio numero di persone, perchè
non si dimentichi, nemmeno per un momento, cosa è stata la guerra, cosa è
stata la Shoah per milioni di ebrei d’Europa. Perchè quell’espressione,
“Wir sind so Weit”, che così spesso ricorre nelle pagine scritte da
Menachem, non debba più essere ripetuta.http://www.mosaico-cem.it/
Etichette:
La storia questa sconosciuta
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento