venerdì 8 marzo 2013

A lungo molti Italiani, e molti ebrei tra loro, hanno contestato l'ingerenza della Chiesa nella vita civile e politica dell'Italia. Uno dei punti fondanti del dissenso concerneva l'influenza da parte delle gerarchie ecclesiastiche sulle le scelte politiche dei cittadini, influenza operata a distanza dai pulpiti e dai confessionali, ma senza un coinvolgimento diretto nelle istituzioni elettive. Oggi questa tenebrosa presenza autoritaria a distanza ricompare in Italia in una forma nuova, forse laicizzata nei contenuti ma non emendata nella sua sostanziale antidemocraticità. La lunga ombra grigia di sua Eminenza Grillo si estende sui 163 deputati e senatori del Movimento 5 Stelle ai quali sembra voler negare il libero arbitrio comunicando con loro e con il resto del mondo da cangianti luoghi lontani anziché da una trasparente conferenza stampa, e comunque senza il suffragio di un'elezione personale. Abbiamo visto nella storia più di una volta un piccolo ciarlatano (o un pazzo?) iniziare giochi più grandi di lui che poi hanno trascinato e travolto un intero paese nel disastro. Questa volta il pericolo è per ora virtuale ma sembra destinato a crescere. Nel giudicare da parte ebraica, il minimo che si possa esigere è che i medesimi alti metri di misura etica – o come scrive Dario Calimani, quei pochi "goccini di sensibilità etica in più" che si suppone provengano dalla matrice ebraica – che sono stati richiesti ad alta voce nei confronti di un eventuale compagno di viaggio Berlusconi, vengano applicati anche nei confronti di un eventuale compagno di viaggio Grillo. È tragico subire due pesi e due misure, è ancora peggio applicarli agli altri.Sergio Della Pergola,Università Ebraica di Gerusalemme http://www.moked.it

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