sabato 30 marzo 2013
Nuovi documenti che proverebbero il coinvolgimento di Hezbollah
nell’attentato a Burgas in cui persero la vita cinque cittadini
israeliani. È la strada che sta percorrendo il governo bulgaro dopo
l’accorata denuncia delle scorse settimane con la conclusione del primo
fascicolo di indagini condotte al fianco dell’Europol. Un’esigenza
manifestatasi, stando a quanto affermato dal primo ministro Marin Raikov
alle Nazioni Unite, con le richieste di alcuni governi europei ancora
perplessi sull’opportunità di inserire o meno Hezbollah nella lista dei
gruppi del terrore. Stati Uniti e Israele già considerano “il partito di
Dio” alla stregua di un’organizzazione criminale. Perfino nel mondo
arabo c’è chi si sta muovendo in questa direzione: un esempio arriva dal
Bahrein, che nelle scorse ore ha arricchito di una voce la sua black
list. L’Europa, come noto, ha invece una posizione tutt’altro che
omogenea emersa con chiarezza in occasione di un recente vertice
intergovernativo conclusosi con un nulla di fatto sulla questione.
“Stiamo andando avanti con grande serietà e intensità. Presto forniremo
prove ulteriori sulle responsabilità di Hezbollah”, ha affermato Raikov
ribadendo l’impegno già pubblicamente affermato del ministro degli
Interni Tsvetan Tsvetanov con la diffusione di uno specifico dossier a
febbraio.Le indagini sul terrorismo toccano in queste ore anche la Francia con
nuovi possibili capitoli relativi agli attacchi mortali di Tolosa e
Montauban. Tre persone sono state arrestate nel sud del paese
nell’ambito delle indagini apertesi esattamente un anno fa. Due gli
arresti a Tolosa nel quartiere Lez Izards, che Mohammed Merah –
l’attentatore – aveva frequentato da bambino, e uno nella vicina
cittadina di Castres. Tra i fermati anche un soldato. Forse la svolta
tanto attesa come aveva chiesto la scorsa settimana, con una pagina dai
toni forti e inequivocabili, il quotidano Le Monde .In Italia intanto si completa la prima fase del processo Stormfront che
vede alla sbarra quattro estremistri di destra animatori del portale
antisemita e xenofobo. Ieri, nel corso dell’udienza, il pubblico
ministero Luca Tescaroli ha chiesto le seguenti condanne: 4 anni e 10
mesi per Daniele Scarpino (Milano), 4 anni e un mese per Diego Masi
(Ceccano), 4 anni e 6 mesi per Luca Ciampaglia (Atri) e 4 anni e 8 mesi
per Mirko Viola (Cantù). Per tutti gli imputati il pm ha anche
sollecitato l’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni. Tescaroli ha
sottolineato come i quattro estremisti rappresentino “lo zoccolo duro di
un temibile gruppo criminale, il cui retroterra culturale si è posto
alla base dei tragici eventi che hanno recentemente segnato l’Europa” Il
processo riprenderà l’8 aprile, data in cui è prevista la sentenza di
primo grado.a.s (29 marzo 2013)
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