giovedì 7 marzo 2013
Gli addetti Onu rapiti, la minaccia di Al Qaeda, l’esercito di Assad in fuga. L’allerta di Israele per il Golan
«Ma cosa
s’aspettavano di diverso? Sono giorni che diciamo di fare attenzione al
fronte siriano del Golan perché l’esercito lealista ha abbandonato tutte
le postazioni lasciandole in mano ai ribelli». C’è tanta amarezza nei
vertici dell’esercito israeliano. E anche un po’ di rabbia. «Solo ora che hanno rapito venti dipendenti Onu (tutti di nazionalità filippina)
si accorgono che qui c’è un problema», sostiene un portavoce dell’Idf
che chiede l’anonimato. «Un problema – continua – che oggi riguarda noi,
domani tutto l’Occidente: subito dopo il reticolato abbiamo notato
diversi affiliati di Al Qaeda».Dopo anni di
sostanziale tranquillità Israele ritrova un nuovo fronte caldo.
Caldissimo. Che, per ora, è sorvegliata con droni e postazioni militari.
Senza escludere, un giorno, interventi più mirati. Come gli attacchi
circoscritti con caccia o aggeggi radiocomandati. O, addirittura,
incursioni via terra della durata di poche ore. Tutti scenari soltanto
immaginati fino a pochi mesi fa. Ma diventati veri e propri piani
d’intervento dallo scorso dicembre. Da quando qualcosa, sul fronte
siriano del Golan, ha iniziato a muoversi.Dalla fine
di gennaio l’esercito lealista di Bashar Assad ha iniziato ad
abbandonare le postazioni sull’altura contesa tra Damasco e Gerusalemme.
Cosa mai successa da quando le Nazioni Unite, per evitare nuovi scontri
tra i due Paesi, crearono una zona-cuscinetto e piazzarono i loro
caschi blu. I ribelli hanno preso possesso della maggior parte
dell’area. Villaggi come Jubata al-Khashab, Bir Ajam, Khan Arnabeh e
Hader sono stati conquistati in pochi giorni. Tanto da spingere Assad a
bombardare quelle zone nella speranza, per ora vana, di riprendersi
l’area abbandonata definitivamente dai lealisti tra il 18 e il 24
febbraio scorso. L’unica unità di Assad, da allora, si trova alle porte
d’ingresso del Paese nella frontiera di Quneitra. I miliziani, per ora,
non vogliono gestire quella zona per evitare eventuali frizioni con
l’esercito israeliano.L’allarme
ufficiale viene lanciato da Gerusalemme il 24 febbraio. Anche perché,
nel frattempo, Carl Campeau – funzionario canadese delle Nazioni Unite –
sparisce nel nulla dalla base United Nations Disengagement Observer
Force. E perché i soldati israeliani, impegnati nel servizio di
pattugliamento, iniziano a raccontare di aver visto uomini armati che
sembravano interessati più a spiare le mosse dell’altra parte della
frontiera che gli uomini di Assad. Voci confermate anche da alcuni video
pubblicati su YouTube (video sopra). E che fanno temere a molti si
tratti di affiliati ad Al Qaeda.«Il periodo
di tranquillità lungo il confine con la Siria sta finendo pian piano»,
hanno spiegato in un servizio tv gli analisti di Canale 10. «Israele
potrebbe essere chiamata presto a usare le armi per fermare le minacce
degli estremisti islamici che si sono fatti largo in un Paese devastato
dalla guerra civile».
VIDEO: http://falafelcafe.wordpress.com/2013/03/06/gli-addetti-onu-rapiti-la-minaccia-di-al-qaeda-lesercito-di-assad-in-fuga-lallerta-di-israele-per-il-golan/
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