Il lungo viaggio
di Primo Levi e chi ignora la Storia
venerdì 8 marzo 2013
E
dopo Silvio Berlusconi venne la neoeletta “grillina” Roberta Lombardi.
Dopo che lui disse, il Giorno della Memoria, che «... dentro questa
alleanza ci fu l'imposizione della lotta e dello sterminio contro gli
ebrei quindi il fatto delle leggi razziali è la peggiore colpa di un
leader, Mussolini, che per tanti altri versi invece aveva fatto bene»
arriva lei a rivalutare il «primo fascismo». Posizioni ignoranti della
Storia e quindi miserabilmente strumentali o abissalmente viscerali,
condivise – temo – da molti, troppi. Di tutto ciò non avrei però più
parlato se non avessi letto un libro di Frediano Sessi appena uscito da
Marsilio, Il lungo viaggio di Primo Levi. Una lettura che mi impedisce
di tacere la rabbia e lo sgomento verso chi ancora ha l'impudicizia di
sostenere certe tesi. Sessi ci racconta come si arriva alla gelida
notte tra il 12 e il 13 dicembre del '43, quando un rastrellamento
della milizia fascista arresta in valle d'Aosta la piccola banda
partigiana affiliata a Giustizia e Libertà e di cui fanno parte Primo
Levi, Luciana Nissim, Vanda Maestro. Ci racconta come Primo, Luciana e
Vanda arrivano alla Resistenza, come sono traditi, e anche perché Levi
di tutto questo parlò così poco.Stefano
Jesurum, giornalista http://www.moked.it/
Etichette:
L'angolo della lettura
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento