mercoledì 13 marzo 2013
Israele – Netanyahu lancia un ultimatum a Lapid
Doveva essere la giornata in cui il premier uscente Benjamin
Netanyahu presentava al presidente israeliano Shimon Peres di ritorno
dall’Europa la maggioranza di governo per dare il via alla sua terza
amministrazione. Invece i negoziati sembrano di nuovo vicini a un punto
di rottura. Così, a tre giorni dalla scadenza del mandato (28 giorni
prolungati di altri 14), Bibi ha lanciato un ultimatum al leader di Yesh
Atid Yair Lapid: se non firmerà l’accordo nel pomeriggio, il Likud
tornerà a trattare con i partiti haredim. All’origine di questo
ulteriore braccio di ferro è il posto di Ministro dell’Educazione. Lapid
vuole il suo numero due, il rabbino Shai Piron. “L’educazione è
fondamentale nel nostro programma” ha dichiarato questa mattina in
un’intervista alla Israel Radio il deputato di Yesh Atid Meir Cohen,
spiegando che il suo partito vuole il Ministero per la sua importanza
nel dare forma al futuro della società israeliana, e accusando invece il
Likud, che preme per riconfermare l’attuale titolare del dicastero
Gideon Sa’ar, di tenere alla nomina solo per assicurare l’influenza del
partito sul pubblico haredi, attraverso il controllo dei finanziamenti
alle istituzioni scolastiche religiose.A rispondere a Yesh Atid, è stato il parlamentare del Likud Danny Danon,
che in un’intervista alla radio dell’esercito ha messo in guardia la
sua formazione dal pericolo di cedere ai ricatti.Già negli scorsi giorni, Lapid aveva ottenuto un governo di venti
ministri partendo dai trenta del governo uscente (il Likud ne avrebbe
voluti 28, poi ridotti a 25). A rafforzare la posizione dell’ex
giornalista è la sua alleanza con Habayit Hayehudì di Naftali Bennett.
Insieme essi possono contare su 31 deputati, tanti quanti il blocco
Likud-Beytenu, ed è quindi impensabile per Netanyahu formare un governo
con i partiti religiosi Shas e Yahadut HaTorah (18 seggi in tutto),
senza portare nella maggioranza anche Bennett. Il quale però ha
dichiarato che a rompere l’alleanza con Yesh Atid (tutti e due dentro o
tutte e due fuori dalla maggioranza) non ci pensa proprio. Il rebus di
Bibi dunque si complica. E stavolta non esiste più la possibilità di
ricorrere ai tempi supplementari.Rossella Tercatin http://moked.it/blog (13 marzo 2013)
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