lunedì 4 marzo 2013
Benjamin
Netanyahu ha chiesto e ottenuto l’estensione del tempo per formare il governo
dal presidente israeliano Shimon Peres. Il premier uscente e leader della lista
che alle ultime elezioni ha ottenuto la maggioranza relativa Likud-Beytenu (31
seggi su 120) avrà così fino al prossimo 16 marzo per dare vita a una nuova
maggioranza, così come previsto dalla legge (28 giorni dal conferimento
dell’incarico, rinnovabili per ulteriori 14, prima che il presidente conferisca
il mandato a un altro leader o, in mancanza di alternative, si torni a elezioni).
“Signor presidente, lei mi ha affidato il compito di formare una coalizione 28
giorni fa, una coalizione larga e capace di governare e affrontare le difficili
questioni di fronte cui si trova Israele: l’economia, la sicurezza, la
condivisione del fardello nazionale (il servizio militare ndr). Per tutto
questo abbiamo bisogno di un governo responsabile. Posso dire che la ragione
per cui non sono stato in grado di costituirlo è da imputarsi a coloro che si
sono alleati contro di me” ha dichiarato Netanyahu nella conferenza stampa
congiunta con Peres a Gerusalemme, riferendosi al duo Yair Lapid di Yesh Atid
(19 seggi) e Naftali Bennett di Habayit Hayehudi (12 seggi), aggiungendo la sua
convinzione che “i partiti haredim siano invece pronti a condividere il fardello”.La forza centrista di Lapid e l’ultradestra di Bennett hanno infatti formato un
fronte comune per dire no all’ingresso delle forze religiose (il sefardita Shas
con 11 seggi, e l’ashkenazita Yachadut HaTorah con 7) nel governo. A unire i
due partiti, l’uno di ispirazione laica, sia pure con diversi esponenti di
spicco ortodossi, come il rabbino Shai Piron, numero due di Lapid nelle
elezioni per la Knesset, e l’altro fortemente radicato nell’ebraismo modern
orthodox, è infatti soprattutto il punto dell’arruolamento dei giovani haredim,
fino a questo momento esentati dal prestare il servizio militare come i loro
coetanei.Netanyahu prosegue i suoi tentativi, esplorando con rinnovato slancio l’ipotesi
di dare vita a un governo con i partiti haredim e il Labor (15 seggi), oltre ad
Hatnua di Tzipi Livni (6 seggi), l’unico forza che ha formalmente accettato di
entrare nella nuova amministrazione. La leader laburista Shelly Yachimovich ha
sempre ripetuto con forza la sua volontà di restare all’opposizione, ma si è
incontrata con Bibi numerose volte, e fonti del Times of Israel riferiscono che
le pressioni su di lei sono in aumento, anche da parte di Shas e Yachadut
HaTorah. Altrimenti l’unico scenario possibile per Netanyahu sarà accettare le
condizioni di Bennett e Lapid.Nel frattempo la stampa israeliana ha riportato che se il nuovo governo non
sarà formato entro il 16 marzo, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama
sarà costretto ad annullare la sua visita in Israele prevista per il 20 dello
stesso mese.Rossella Tercatin http://www.moked.it/
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