mercoledì 10 aprile 2013

Cinema: Firenze, documentario su violenza sessuale in
Palestina
(ANSAmed) - FIRENZE, 8 APR - Violenza sessuale contro le donne nella societa' araba. Un tema molto difficile da indagare e di cui e' quasi impossibile parlare, a qualsiasi latitudine ci si trovi. Abeer Zeibak Haddad, autrice arabo-israeliana diventata regista "suo malgrado", ci e' riuscita, realizzando un documentario che per la prima volta porta alla luce storie di sofferenza e vergogna all'interno della societa' palestinese.Presentato in questi giorni al Middle East Now di Firenze, la rassegna del cinema mediorientale che ieri sera ha chiuso i battenti, "Duma" racconta la storia di quattro donne che hanno scelto di uscire dal cerchio del silenzio. Girata nel 2009, la pellicola ha aperto un dibattito nelle scuole e nelle universita' dei Territori e in Israele dove e' stata finora proiettata. Il tutto nasce da uno spettacolo di marionette messo in scena dalla stessa Haddad. Nel 2006, racconta ad ANSAmed, "ho messo su uno spettacolo di marionette, 'chocolate', in cui raccontavo la storia di una ragazzina che era stata violentata".Dopo essere stato presentato al Haifa Children's Theater Festival, dove riporta quattro premi, lo spettacolo inizia ad essere boicottato. "Da quel momento - prosegue - nessuno ha voluto piu' metterlo in scena". Un tema troppo scandaloso e di cui per la pace sociale era meglio non parlare, fa notare Haddad.E' a quel punto che l'autrice teatrale originaria di Nazareth decide di tradurre in immagini quello che sul palcoscenico non trova piu' spazio. "Quando ho iniziato a parlare in giro della mia idea in molti mi hanno dato addosso, dicendomi che non avrei trovato nessuna donna disposta a raccontare la propria storia davanti a una telecamera". Nel 2009 inizia a girare il documentario, attraversando da Nord a Sud i Territori palestinesi. Il sostegno economico arriva "dalla televisione israeliana e in parte dal progetto GreenHouse", istituzione cinematografica basata a Tel Aviv che realizza programmi di formazione dedicati ai giovani documentaristi del Mediterraneo e del Medio Oriente.Delle quattro donne che raccontano la loro triste vicenda, tre appaiono di spalle. "Nessuno fino a oggi a casa loro sa che hanno deciso di uscire dal cono d'ombra in cui per anni sono vissute", spiega Haddad. ''Per la pace sociale e famigliare alcune di loro per decenni non hanno emesso un suono, un fiato, su quanto subito. Abusate da parenti, o amici di famiglia". Uno scandalo che nella societa' palestinese e piu' in generale in quella araba non ci si puo' permettere. Anche per questo, prosegue, portare in giro il documentario nelle scuole e nelle universita' continua a essere molto difficile. "In alcuni villaggi dei Territori ancora oggi non siamo stati in grado di presentarlo. In altri, per scelta, ho preferito non farlo. Per tutelare queste donne coraggiose e evitare che potessero essere riconosciute da qualcuno". Finora, poi, non e' stato possibile proporre il filmato nemmeno in altri Paesi arabi. "Il pubblico arabo - replica - non e' pronto ad affrontare simili questioni.E il fatto che sia stato prodotto grazie al sostegno israeliano pone ulteriori problematiche". Finora, almeno nei Territori, il filmato e' riuscito a fare discutere. "Per questo ho deciso di non fermarmi e il progetto a cui sto lavorando ora affronta un altro tema scottante: i delitti d'onore nel mondo arabo".

Nessun commento: