giovedì 11 aprile 2013
Hamas è sempre più impegnata sul fronte interno e su quello
internazionale. Ieri il Times di Londra ha reso noto un rapporto secondo
cui alcuni membri delle Brigate Ezzedin Al Qassam (braccio armato
dell'organizzazione terroristica che governa dal 2007 la Striscia di
Gaza, dopo il sanguinoso colpo di stato che ha esautorato dal potere gli
amici-rivali di Al Fatah di Abu Mazen), alcune centinaia secondo
un'altra fonte - sarebbero attivamente impegnate in Siria
nell'addestramento del FSA, le forze paramilitari che si oppongono
all'esercito regolare fedele ad Assad. Dunque non solo Hamas sostiene la
causa dei ribelli, collaborando alla costruzione di tunnel che
starebbero correndo sotto la stessa capitale siriana; ma ha un ruolo
attivo in funzione di addestramento delle milizie che si oppongono al
regime di Damasco. E' una metamorfosi completa, quella che ha caratterizzato negli ultimi
due anni l'organizzazione sunnita, costola palestinese dei Fratelli
Musulmani. Espulsa dalla Giordania, Hamas ha trovato accoglienza in
Siria, ma lo scoppio della guerra civile e l'uccisione di diverse
migliaia di palestinesi ha costretto gli integralisti islamici ad
abbandonare il quartier generale di Damasco, trovando riparo nel Qatar
di Al Jazeera, sponsor e media partner della "primavera araba". Malgrado
abbia voltato le spalle alla Siria, una parte di Hamas ancora oggi
mantiene contatti con l'Iran, che finanzia tuttora e sostiene
attivamente Assad.
Sul fronte interno il leader di Hamas, il fresco di corona Khaled
Meshal, ha riconosciuto che la stessa primavera araba ha prosciugato le
casse dell'organizzazione terroristica. Come suggerisce il blog Elder of
Ziyon, il riferimento è appunto all'allontanamento dall'orbita siriana,
che ha indispettito il protettore iraniano, il quale pertanto avrebbe
deciso di chiudere i rubinetti finanziari.Hamas da un lato apprezzerebbe la riappacificazione con i rivali
palestinesi di Al Fatah, che accedono ai copiosi e disinteressati
finanziamenti internazionali; dall'altro ha chiarito che ciò non
implicherebbe il riconoscimento di Israele, la rinuncia alla lotta
armata e l'accettazione dei trattati internazionali sottoscritti dai
palestinesi. Il che metterebbe l'Occidente in una oggettiva posizione di
imbarazzo. Ma ci sarà tempo per discutere di questo...http://ilborghesino.blogspot.it/
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