martedì 9 aprile 2013
Le statistiche ci dicono che i
ragazzi di oggi leggono più dei loro genitori, forse perché stanno di
più davanti al computer e meno davanti alla televisione. Gli eventi ci
dimostrano che essi sono anche meno ignoranti di molti dei
loro professori, come ci dimostra il caso dell'insegnante del liceo
Caravillani di Roma che ha detto ad una sua studentessa ebrea "Ad
Auschwitz staresti attenta" suscitando le proteste degli altri
studenti, che hanno afferrato al volo che in questo paragone c'era
qualcosa che non funzionava proprio, che scambiare Auschwitz con una
scuola, sia pur correzionale, poteva essere solo il frutto o di
un'ignoranza abissale o di antisemitismo (e uso questo temine e non
quello di razzismo, usato dalla professoressa in questione, perché qui
non si tratta di razzismo, la professoressa non ha detto che la
studentessa aveva il naso grifagno, o altro, ma ha fatto riferimento ad
Auschwitz, il luogo simbolo per eccellenza dello sterminio degli
ebrei). In tutti e due i casi, ignoranza o antisemitismo, avrebbe
dovuto essere cacciata dall'insegnamento, invece se l'è cavata con un
lungo periodo di malattia, cioè di riposo, e tornerà certamente, in un
paese come il nostro dove non si licenzia nessun insegnante, per
nessuna ragione, a insegnare ai nostri figli e nipoti. Passato il
chiasso e passato Yom HaShoah. Per fortuna le ultime generazioni si
stanno dimostrando più sveglie delle precedenti. Quanto a chi, come me
e tanti altri, ha cercato in questi decenni di trasmettere valori e
contenuti, non ci resta che domandarci dove e come abbiamo sbagliato.Anna Foa, storica,http://www.moked.it
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