venerdì 5 aprile 2013
…Tamar
La notizia che il gas scorre liberamente verso
Israele dalla piattaforma sopra la perforazione Tamar, 150 km. al largo
del porto di Haifa, è fonte di giustificata soddisfazione. Gli
scopritori del giacimento parlano di un misto di fortuna e di
professionalità che li ha aiutati a rendere concrete le speranze che si
erano accumulate dopo tanti decenni di frustrazioni. Perché tutti i
paesi in Medio Oriente dovrebbero avere risorse energetiche e Israele
no? Ma è bene tenersi alla larga dall’euforia. Già si parla di esportare
gas, ma sarebbe bene innanzitutto usare la risorsa per i propri usi
domestici e soprattutto cercare di ridurre drasticamente i costi
energetici che penalizzano l’economia. I guadagni arriveranno solamente a
partire dal 2018, dopo che gli investitori avranno ricuperato due volte
e mezzo le proprie spese. Per questo, e anche a causa della necessità
di ripianare urgentemente lo spettacolare deficit accumulato dalla
Compagnia elettrica (che è la società dove i salari sono i più alti in
Israele), il prezzo dell’elettricità non calerà nel prossimo futuro. E
poi il contribuente vuole sapere quale aliquota dei profitti andrà allo
stato e quale andrà al settore privato. La nuova grande risorsa naturale
contribuirà a far diminuire la sperequazione dei redditi, o a farla
aumentare?Sergio Della Pergola, Università Ebraica di Gerusalemme (4 aprile 2013) http://moked.it/blog/
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