lunedì 13 maggio 2013
Hillary
e Bill, finalmente soli, in vacanza sulle strade dell'Arkansas. Dopo
tante ore di viaggio fra gli indimenticabili paesaggi della loro
gioventù, ecco un benzinaio. Ma durante il rifornimento una sorpresa
imbarazzante: il gestore è una vecchia fiamma di gioventù dell'attuale
Segretario di Stato americano. Bill le sfiora la mano, e di nuovo alla
guida, per superare l'imbarazzo, dice una stupidaggine: "Se fossi
rimasta con lui, oggi avresti una stazione di servizio tutta tua...".
"No amore - ribatte lei - se non ci fossimo lasciati, lui oggi sarebbe
alla Casa Bianca".Ieri in viaggio per una lietissima occasione,
al di là dell'emozione e dei sentimenti per i festeggiati la mia
attenzione era attratta da una situazione apparentemente marginale: in
sala era schierato un numero impressionante di componenti di quello che
è considerato il rabbinato più autorevole d'Europa. Come se la sarebbe
cavata il giovanissimo e bravissimo rav Rafi Garson, recentemente
sbarcato da Gibilterra e oggi alla guida della sinagoga Ohr Israel di
London Borehamwood di fronte a tanti illustri colleghi cui aveva da
poco distribuito le Sette Benedizioni? Se l'è cavata egregiamente, e in
più ha regalato una nuova occasione di comprendere quanto siano
importanti, determinanti le nostre donne.Appena pochi giorni fa
ho ricevuto l'alto onore di essere invitato a parlare dei problemi e
delle strategie dell'informazione ebraica all'assemblea nazionale
dell'Associazione Donne Ebree d'Italia. Ne sono uscito senza risposte
certe, ma con un bagaglio di stimoli ed emozioni che continua a farmi
pensare. Sebbene siano temi che solitamente appassionano molti
interlocutori, devo dire di non aver mai visto un uditorio più attento,
di aver ascoltato domande più pertinenti, di aver trovato maggiore
voglia di fare, di aver apprezzato migliore capacità di andare avanti
nel rispetto delle inevitabili differenze. Grazie alle amiche
dell'Adei, grazie a Rebeca Coriat, che mi ha invitato alla sua giornata
di sole sotto il grande cielo di Londra, grazie alle nostre donne, alle
colleghe della redazione, alle collaboratrici. A tutte le donne, che ci
indicano pazientemente la strada e ci aiutano a vedere quello che
altrimenti ci sarebbe celato. Senza la loro pazienza, il loro intuito e
la loro determinazione, saremmo forse perduti.Guido Vitale, giornalista,http://www.moked.it/
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